Dettagli Recensione
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Quando l'amore danza con la follia
Follia non è solo il titolo di questo romanzo, contiene già tutto il significato in sé .
All’inizio non ero del tutto convinta che questa storia mi avrebbe entusiasmata, ma ora che l’ho finito posso dire che i suoi meriti sono molto più elevati.
Stella è inebriante.
Attorno tutto “brilla della sua luce riflessa”. Il suo è un personaggio all’apparenza semplice, ma la cui bellezza viene sempre esaltata a straordinaria. Forse perchè Peter, il narratore, era attratto da lei e l’amava segretamente sin dall’inizio?
Stella, moglie di Max, vicedirettore di un ospedale psichiatrico, conduce una vita “normale”, ha un figlio, Charlie, e una casa di cui occuparsi. Ma in reatà le manca qualcosa, non è abbastanza per lei l’ombra di suo marito e l’immagine sfumata della famiglia. Il tutto non la eleva come merita, non la valorizza completamente. Mi chiedo ancora se quello che ha fatto sia giusto, se abbai trovato veramente sè stessa, se abbia raggiunto la vetta del suo essere, se abbia provato ciò che prima non aveva mai provato in prima persona. Per quanto malato, folle e disperato possa essere stato il suo gesto lei era presente, ci ha investito tutta sè stessa, si è lasciata andare e non ha mai avuto rimpianti. Era amore? Non lo so. Stella e Edgar erano incendiati dalla passione, venivano travolti da essa e non vi era possibilità di resistere. Stella adorava tutto di Edgar: l’amante, l’artista, l’assassino, il malato di gelosia. Non avrebbe mai potuto amarlo solo in parte. La sua figura era idealizzata.
Ha dato tutto per lui. Ha perso la sua famiglia e tutte le sicurezze e comodità a cui era abituata. Da quando l’ha incontrato il suo mondo è cambiato, ha iniziato a girare attorno a un altro sole, molto più caldo, molto più vicino. La sera del primo ballo ha segnato l’inizio di una passione disarmante, di un amore catastrofico. E’ possibile che una donna intelligente, affascinante e forte come Stella possa abbandonare la sua vita per un uomo? Lei che era considerata la bellissima moglie del vicedirettore, lei che abbagliava tutti.
Leggendo questo libro mi sono interrogata molte volte. Edgar è arrivato come un uragano, le ha stravolto la vita e se ne è impossessato, l’ha stretta a sé e l’ha fatta danzare, la ha avvolta nella sua arte, nella sua pazzia. Si appartenevano, il mondo circostante non aveva più importanza ai loro occhi, si era svuotato. Non potevano fare a meno l’una dell’altro. Avevano raggiunto il paradiso. Chi ha mai dato prova che il paradiso non sia uno stato d’animo? Che non significhi essere sicuri di se stessi, sentirsi vivi e completi nella propria personale visione? Anche se per un breve momento in tutta l’esistenza? Chi può dire che non si trovi immerso in un paio d’occhi che bruciano e guardano solo te?
Stella è riuscita persino a mantenere in piedi una messainscena all’interno dell’ospedale, a fingere di non pensare più ad Edgar in quel modo, a persuadere Peter del successo del suo percorso di guarigione. Ha anche ricevuto una proposta di matrimonio dal direttore dell’ospedale psichiatrico, lo stesso Peter, quando era ancora considerata una sua paziente. Lui le offriva protezione, una casa sicura, sarebbe stata avvolta da arte, bellezza e da una colta compagnia. Sono certa che Stella non abbia mai voluto ferirlo o deriderlo, ma era fedele a se stessa, alla sua anima, al suo cuore. La prospettiva che le veniva offerta era spoglia di ciò che più che mai aveva bisogno. Sarebbe stata troppo similare ai giorni tutti uguali ‘’vissuti’’ insieme a Max. Ed è cosi che la sera dell’ultimo ballo indossò il vestito che la rese sensazionale, del resto come lo è sempre stata. Quel vestito era lo stesso che portava al primo ballo, quando era tra le braccia di Edgar. Ma non era per dimostrare agli altri che non provava vergogna, non era per il suo orgoglio che lo indossò, ma perchè quello era l’abito con cui si era sposata con lui. Aveva ingannato anche Peter, povero, i suoi sentimenti personali verso Stella avevano intralciato l’analisi clinica. Il mondo senza Edgar non aveva più senso per lei. Il futuro era solo una nuvola di fumo grigio ora che la fiamma sembrava essersi spenta. Non vi era nulla che fosse in grado di riaccenderla.
Rimaneva una favola bianca e malinconica.
Stella non avrebbe più potuto vedere se stessa come ardentemente, eccessivamente e follemente desiderava.
Indicazioni utili
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |