Dettagli Recensione

 
I detective selvaggi
 
I detective selvaggi 2019-12-09 06:56:26 kafka62
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
kafka62 Opinione inserita da kafka62    09 Dicembre, 2019
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

VIAGGIO POETICO E SENTIMENTALE

“C’è una letteratura per quando ti annoi. Fin troppa. C’è una letteratura per quando sei calmo. Questa è la letteratura migliore, io credo. C’è anche una letteratura per quando sei triste. E c’è una letteratura per quando sei allegro. C’è una letteratura per quando sei disperato. Quest’ultima è quella che volevano fare Ulises Lima e Belano.”

I “detective” del titolo sono Ulises Lima e Arturo Belano, i fondatori di un velleitario movimento poetico d’avanguardia messicano, autodenominatosi “realvisceralismo”, i quali, nella terza parte del libro (che in realtà è cronologicamente la seconda), vagano nel nord del Messico alla ricerca di Cesarea Tinajero, la mitica fondatrice, mezzo secolo prima, di una corrente poetica che portava lo stesso nome e che il tempo trascorso ha destinato all’oblio. Il folgorante romanzo di Roberto Bolaño è, se così si può dire, un’opera “in absentia”. A mancare è innanzitutto l’oggetto dell’investigazione, la fantomatica poetessa che ha lasciato ai posteri una sola poesia (che è in realtà un enigmatico disegno) e che i due giovani ritrovano, invecchiata, abbruttita e dimenticata praticamente da tutti, solo per vederla morire tra le loro braccia (in uno scontro a fuoco con un magnaccia che li aveva inseguiti per riprendersi una prostituta in fuga che sta viaggiando in loro compagnia). A mancare, o meglio a rimanere sullo sfondo, sono poi, e soprattutto, i due protagonisti, che non compaiono mai in prima persona, ma che il lettore segue grazie al diario di un entusiasta diciassettenne alla scoperta del sesso e della poesia (nella prima e terza parte), e (nella lunga parte centrale) alle interviste di una miriade di personaggi i quali, nell’arco di una ventina d’anni, hanno avuto la ventura di incrociarli per le strade di mezzo mondo (Messico, Spagna, Francia, Austria, Israele, Africa): culturiste, teppisti, alienati mentali, autostoppiste, omosessuali, immigrati clandestini, ereditiere anoressiche, avvocati logorroici, fotografi free-lance, scrivani pubblici, e poi – naturalmente – poeti di tutte le risme, giovani o vecchissimi, famosi (Octavio Paz) o misconosciuti, vanagloriosi frequentatori delle fiere del libro o autori che non hanno mai pubblicato un verso, tradizionalisti o avanguardisti. Da questo originale procedimento, il ritratto di Belano e Lima appare sempre un po’ sfuocato (chi sono veramente i due: sinceri idealisti alla ricerca delle radici della poesia messicana o semplici avventurieri, eroici apostoli di una stagione irripetibile dell’arte sudamericana o patetici avanzi di una boheme che con gli anni li ha relegati ad un ruolo di tutt’altro che epica marginalità?), ma quello che conta è lo sfondo, una narrazione policentrica fatta di rapidi schizzi, fugaci accenni, veloci notazioni, eppure in grado di dare corpo, come in un collage, a un mondo e a un’epoca potentemente originale e affascinante.
Alla fine quello che rimane è soprattutto il senso del tempo che passa e inesorabilmente cancella ogni traccia delle ambizioni, degli ideali e delle speranze della gioventù. Ulises Lima e Arturo Belano nel corso del libro diventano come Cesarea Tinajero, dapprima prepotentemente alla ribalta della vita (nell’età dei vent’anni e di una giovinezza che sembra non dover mai finire e può permettersi il lusso di venire sprecata con disinteressata noncuranza), e poi sempre più sfuggenti e inafferrabili, fino a diventare delle misteriose ombre in dissolvenza. Bolaño sembra dirci che il significato della nostra esistenza rimane al di là della comprensione degli altri, e che quando si cerca (come i due “detective” con Cesarea) di portarlo alla luce si finisce solo per distruggerlo (in questo senso, la morte di Cesarea altro non sarebbe che una metafora). Forse a resistere al tempo è solo la “memoria sentimentale”, arbitraria, parziale e non oggettiva, che pure sa conservare, sublimate, le uniche immagini che (meglio di qualsiasi opera o testo scritto) meritano di sopravvivere, quelle – privatissime e non tramandabili – del cuore (come avviene con Amadeo Salvatierra, il vecchio scrivano che era stato segretamente innamorato di Cesarea in gioventù). Queste considerazioni, per quanto permeate da uno svagato understatement e da un impalpabile umorismo (che sembrano essere le cifre stilistiche dell’autore), danno al romanzo un innegabile tono elegiaco, che impregna di sé anche l’altra protagonista sullo sfondo, la “messicanità”, di cui “I detective selvaggi” sembra porsi nel suo insieme come una singolare ed eccentrica allegoria.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
151
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

5 risultati - visualizzati 1 - 5
Ordina 
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Da quel che dici, Giulio, penso proprio che meriti la lettura.
Dell'autore mi pare di aver letto qualcosa tempo fa ("Il libro degli abbracci" ?). Se questo libro è suo, non mi ha lasciato molto.
In risposta ad un precedente commento
kafka62
09 Dicembre, 2019
Segnala questo commento ad un moderatore
Ciao Emilio, "Il libro degli abbracci" è di Eduardo Galeano, quindi hai l'opportunità di leggere Bolano in tutta tranquillità, senza preconcetti di sorta. Buone letture!
In risposta ad un precedente commento
Emilio Berra  TO
10 Dicembre, 2019
Segnala questo commento ad un moderatore
Grazie, Giulio, per il chiarimento!
Adoro Bolano, Giulio, io ho in lettura 2666, sono al quarto volume dei cinque che lo compongono e mi piace immensamente e sicuramente leggerò anche questo che tu presenti! Di suo ho letto anche Notturno cileno, breve ma denso, pieno di poesia e storia.
In risposta ad un precedente commento
kafka62
14 Dicembre, 2019
Segnala questo commento ad un moderatore
Se apprezzi Bolano, Ioana, troverai "I detective selvaggi" un libro geniale. Sono contento che tu stia leggendo "2666". Io l'ho letto non molto tempo fa, per cui non vedo l'ora, quando l'avrai terminato, di scambiare qualche impressione con te.
5 risultati - visualizzati 1 - 5

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Per sempre
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Lo spirito bambino
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Fumana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Liberata
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Lo sbirro, il detective e l'antiquario
L'ora blu
Morte in Alabama
Malempin
La mano dell'orologiaio
Omicidio in biblioteca
Tragedia in tre atti
Cavie
Ali di vetro
Le lupe
La violenza dei vinti
Appuntamento fatale
Qualcun altro
Il misterioso caso degli angeli di Alperton
I fantasmi dell'isola
La porta