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RIVOGLIO LA VECCHIA LACKBERG
Camilla Läckberg è cresciuta molto dalla pubblicazione del suo primo libro che risale al 2003, le sue storie sono cambiate e così anche i temi di cui tratta nei suoi romanzi. Lei stessa ha detto, che ora che è diventata famosa, sta "sfruttando" la sua popolarità per parlare degli argomenti che le stanno più a cuore, come la violenza sulle donne in ogni sua forma, ma in particolare dal punto di vista psicologico.
Penso sia normale che dopo sedici anni l'autrice sia cambiata e questo si rispecchia nei suoi libri, ha avuto mille esperienze, ha conosciuto altre persone ma quello che ho letto non mi è piaciuto più di tanto. Non c'è sentore di autenticità, di spontaneità ma solo la voglia di cambiare e di allontanarsi da un genere che l'ha resa una delle più grandi autrici di gialli svedese.
Il prologo di questo libro è molto forte e il lettore si aspetta una grande storia thriller.
Faye è una protagonista complessa, molto fragile in alcune situazioni, ma anche forte, combattiva e sicurà di sè. E' animata da un solo pensiero vendicarsi. E' questa la parola chiave del libro, la vendetta che Faye cerca e che vuole a tutti i costi.
Nel passato della donna c'è molto dolore e sofferenza e inizialmente Camilla alterna i capitoli al presente e quelli ambientati nel 2001, anno in cui Faye si trasferisce a Stoccolma da Fjällbacka, creandosi una nuova vita.
"Quella sera Jack sarebbe rientrato da un viaggio d'affari a Londra o era Amburgo? Non si ricordava. Sarebbe stato teso e stanco, ma ci avrebbe pensato lei a farlo rilassare per bene."
Faye si umilia, mette da parte la sua dignità, quello che sente veramente per far funzionare il suo matrimonio e per andare d'accordo con un uomo che ha idealizzato ma che in realtà non è come lei ha sempre pensato. Fa di tutto per farlo star bene, capisce i suoi silenzi, le sue arrabbiature ma ad un certo momento, succede qualcosa che segna un punto di svolta. Faye scopre il tradimento del marito, inizialmente vuole recuperare il rapporto con lui ma di fronte all'ennesimo rifiuto, ha una reazione forte.
"Quelle occhiate confidenziali, quei piccoli attimi, irrilevanti e rilevanti, su cui si basava un rapporto."
La rabbia, la sofferenza, l'ennesima umiliazione porta la donna a covare un forte risentimento nei confronti dell'uomo. Faye è concentrata solo sull' ex marito, tanto da dimenticare anche la figlia, l'ho vista molto concentrata su quello che lei provasse e non si è preoccupata molto di come stia la sua bambina. Almeno questa è stata la mia impressione per la durata della narrazione.
"Non era cambiato lui, ma lei. E non era forse così che la voleva la maggior parte degli uomini? Nel loro esclusivo quartiere di Ostermalm non c'era spazio per invecchiamento e aumento di peso. Almeno non tra le donne."
Inoltre l'intera storia è molto prevedibile, si intuisce come andrà a finire e si capisce anche cosa è successo nel passato di Faye e questo purtroppo fa scendere la valutazione del libro.
Inoltre non ho riconosciuto la Läckberg nell' aver inserito molte scene hot, credo che questa storia in alcuni punti sia eccessivamente enfatizzata e che Faye utilizzi molte volte la sua bellezza e il suo corpo per ottenere i suoi scopi.
"[...]«Che sembri tenerti dentro un dolore, La trovo una cosa bella. Chi è sempre allegro mi annoia, Non siamo fatti per essere felici tutto il tempo, altrimenti il mondo si fermerebbe.»"
La donna, inizialmente, è accecata dall'amore per il marito, per l'ammirazione che ha per lui e ha una sorta di dipendenza, che continua anche quando decide di vendicarsi. Un rapporto di amore-odio che porta all'inevitabile distruzione.
Credo però che ogni persona reagisca in maniera diversa di fronte ad un tradimento, che sia in amore o in amicizia, c'è chi si demoralizza, chi soffre e chi reagisce e fa del male.
Le reazioni sono imprevedibili e dipendono da persona a persona e per questo non mi sento di giudicare Faye, però credo che tutto quello che ha fatto in realtà non sia stato dettato dalla rabbia ma bensì dal fatto di essere ferita nel suo orgoglio di donna, di moglie e di madre. La parola giusta in questo caso è umiliazione, ha sacrificato la sua vita per la famiglia e suo marito ha distrutto tutto.
L'uomo crede di essere furbo, di aver in pugno la situazione e di sfruttare i sentimenti delle persone come vuole, per lui la parola fedeltà non esiste e per ottenere il successo ha usato ogni mezzo.
La Läckberg in un certo modo vuole mettere a confronto la forza di una donna che sa anche rialzarsi da sola a quella di un uomo che invece cerca sempre degli aiuti o delle giustificazioni a quello che ha fatto.
Lo stile dell'autrice è sempre scorrevole e appassionante e non possiamo dire che questo libro non si legga velocemente, ma purtroppo per me la costruzione di questo personaggio è troppo estrema e tutte quelle scene piccanti non servono a nulla.
Quello che manca è la tensione, la suspense nel capire cosa succederà ai protagonisti, la storia è molto scontata.
Se non conoscete questa autrice non iniziate da questo libro, la serie dedicata ai delitti di Fjällbacka è sicuramente più interessante e secondo me quella è la migliore Camilla. La vera e autentica Läckberg. Inoltre se vi aspettate un giallo rimarrete delusi, perché questo romanzo è un noir con alcune sfumature di thriller psicologico.
E' un vero peccato, vogliamo la vecchia Läckberg!
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