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La parola alla difesa
 
La parola alla difesa 2019-10-01 12:16:46 DanySanny
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
DanySanny Opinione inserita da DanySanny    01 Ottobre, 2019
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Scala di gialli alla Christie - 3

Una ricca zia muore di ischemia cerebrale, l’eredità va alla nipote, ma poco dopo muore la giovane dama da compagnia e tutti i sospetti cadono sull’ereditiera. In mezzo c’è un uomo e di parla di delitto passionale. Poirot è chiamato ad aiutare l’avvocato della donna a difenderla quando tutti gli indizi sono contro di lei.

Mescolando una storia classica alle aule di tribunale, Agatha Christie apre qui per la prima volta un genere destinato ad avere enorme fortuna, non solo al cinema (con lo splendido “Testimone d’accusa” di Billy Wilder), ma anche nelle serie tv, prime fra tutte “Law & Order”. Per altro la scrittrice conosce bene, con profondità d’istinto piuttosto che filosofico, la natura umana e non manca di scavare con precisione nelle pieghe fangose e spesso crudeli dell’animo. Inoltre questo libro, per quanto più debole dal punto di vista del giallo (mi pare ci siano due o tre buchi abbastanza evidenti, ma le trame, confesso, mi interessano relativamente), offre un interessante spunto di riflessione, molto moderno e, purtroppo, non sfruttato dalla Christie, che è invece scrittrice molto classica: l’idea cioè che ogni testimonianza è una visione soggettiva, interpretativa della realtà, e che quindi la verità sia a tutti gli effetti impossibile. E se la verità impossibile è la voce di un testimone in un processo penale, allora anche la giustizia vacilla pericolosamente. Buona parte del romanzo è occupata dalle indagini di Poirot che sente raccontarsi la storia via via diversamente da ogni personaggio. Questa prospettiva “cubista” è più nella malizia del lettore che negli intenti della scrittrice, mi rendo conto, ma presagisce linee di pensiero molto contemporanee (dal Bolano della “Pista di ghiaccio” all’”Espiazione” di McEwan). Interessante anche la riflessione sul fine-vita e sul suicidio assistito di cui più volte parlano i personaggi.

Insomma, dipende da quale occhio si vuole usare per leggerlo: “La parola alla difesa” non è un giallo perfetto, ma sicuramente ha più di qualcosa da dire e accompagna con gusto per qualche ora. (Mi disturba invece la scarsa cura dell’edizione italiana che sopprime la citazione shakespeariana da cui è tratto il titolo originale, “Sad cypress” o le sviste di traduzione, come to pretend tradotto come l’italiano “pretendere”, ma che significa in realtà “fingere”.)

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Commenti

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archeomari
02 Ottobre, 2019
Ultimo aggiornamento:
02 Ottobre, 2019
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Garbato Poirot che rispetto a Holmes ha doti decisamente più "umane" e non ha bisogno di un secondo (Watson)da umiliare per far esaltare le proprie straordinarie capacità .
Che edizione hai? Così la evito, visti gli strafalcioni della traduzione . Ciao e grazie
Ottimi come sempre i riferimenti - letterari e cinematografici - che dissemini nelle tue recensioni. Bravo Daniele.
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DanySanny
02 Ottobre, 2019
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Grazie Giulio! Come accennavi anche tu una volta, la recensione ideale ha tanta letteratura, ma anche arte, cinema, musica. Io ci provo ;)
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DanySanny
02 Ottobre, 2019
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Ciao Marianna! La mia è una della Mondadori del 2011 (magari le edizioni più recenti sono corrette). Sul fatto di Poirot senza Watson tornerò con una delle prossime recensioni!
Ma che bella questa recensione, ricchissima di spunti!
Mi accodo a quel che dicevate con Marianna, ma Hastings non è un po' un secondo o dico una sciocchezza?
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DanySanny
02 Ottobre, 2019
Ultimo aggiornamento:
02 Ottobre, 2019
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Grazie Manuela! Comunque sì, Hastings è effettivamente un secondo che dovrebbe fare da controparte al genio di Poirot. Ma la stessa Christie riconobbe come “pesante” la sua presenza, tantoché su 35 e più romanzi con Poirot, Hastings compare solo in circa 1/3 dei casi. E credo abbia fatto molto bene a sopprimerlo, perché era una presenza non necessaria. Decisamente.
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