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Angels flight
Connelly tratta in questo romanzo uno dei temi capaci di mettere a ferro e fuoco le città statunitensi. quello delle lotte razziali. In particolare quello delle reazioni violente che sfociano in vere e proprie guerriglie che seguono agli abusi veri o presunti della polizia nei confronti di uomini di colore. Nel libro il detective Bosch si vede affidare un caso che è forse peggio che avere in mano una bomba pronta a scoppiare. Su una funicolare infatti è stato trovato morto un noto avvocato che ha basato la sua carriera sulle querele fatte al dipartimento di polizia Elias Howard: l'uomo più odiato dalle forze dell'ordine perché è quello che fa venire a galla ogni infrazione alla legge, ogni caso di razzismo, ogni occasione in cui un uomo o una donna di colore non hanno ricevuto un trattamento equo. La sua morte rischia di far saltare per aria Los Angeles. Politici e capi del dipartimento si destreggiano per cercare di tenere sotto controllo la situazione minimizzando le prove, indirizzando il dito verso qualche possibile capro espiatorio e nello stesso tempo cecando di uscirne indenni. In mezzo a tutto questo Bosch appena lasciato dalla moglie, sempre più solitario e metidabondo e ogni minuto più vicino all'eventualità di essere sacrificato per il bene della patria e sempre più lontano dalla soluzione del giallo.
Nel complesso trovo questo romanzo discreto, anche se non è il migliore che ho letto di Connelly. Devo dire che questo detective così ombroso e tormentato non mi è così tanto simpatico, però il so modo di approcciarsi al lavoro è coinvolgente e logico. Molte le piste che i detective devono seguire e mantengono curiosità nel lettore. Credibile anche se un po' cauto il modo di trattare il tema della guerriglia urbana e dei disordini razziali.
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