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In America niente diritto allo studio....
Un enorme pregio di Grisham è la nitidezza del narrato e la perfezione nel concludere una trama sempre a cerchio. I personaggi entrano in scena, vivono nel contesto, si trovano in situazioni difficili e indistricabili, trovano soluzione e giungono al finale, lieto o non, ma comunque conclusivo e definitivo. Il prodotto è sempre di altissima qualità stilistica, a prescindere dal contenuto, in questo caso minimalista ad occhio europeo, poiché il tema affrontato è prettamente statunitense. “La grande truffa” narra infatti dei tre studenti di legge Mark, Todd e Zola che sono ormai oberati dai debiti di studio, destinati a una carriera di avvocato mal pagata e usurante, finalizzata a coprire le enormi spese sostenute. Ci viene descritto uno spaccato delle scuole di legge di Washington (e di tutti gli USA) che sono in mano a lobby e pescecani, i quali si arricchiscono sulle spalle dei giovani illusi, ben presto consci di essersi impegnati in una carriera scolastica e successivamente legale priva di prospettive. I tre protagonisti, per ragioni diverse in crisi, subiscono l'evento scatenante nel suicidio di un loro amico/compagno Gordy anch'esso schiacciato dalle circostanze, il quale li lascia con l'eredità di una enorme documentazione comprovante il sistema di sfruttamento degli studenti. Gordy aveva infatti accertato che la Foggy Bottom Law School (da loro frequentata) veniva gestita dal miliardario Rackley, affiliato a banche concessionarie di prestiti universitari. I tre, spinti da un desiderio di vendetta e dalla situazione disperata, hanno l'idea, folle, di abbandonare gli studi per spacciarsi come avvocati esercitando in tribunale. L'idea prende corpo e i primi passi si rivelano incoraggianti, stante la mancanza di verifiche durante le udienze, e la sfrontatezza dei due protagonisti. Ovviamente con il trascorrere del tempo cominciano a emergere le prime criticità, sempre meno gestibili dagli auto nominatisi avvocati. Qui gli eventi precipitano sino al finale (che non svelo) ove come detto l'autore tira le fila dell'intera vicenda collocando i protagonisti nel prevedibile giusto (lieto?) fine. Rimane un po' di amaro in bocca nel constatare la aridità familiare di Tod e Mark che possono cancellare il passato senza rimpianti né affetti.
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Commenti
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Le tue riflessioni sono invece dei piccoli capolavori di sintesi e esaustive...
Grazie e buona lettura
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