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Ma l'aldilà è in Cina?
Il tema della vita oltre la vita ha spesso trovato sbocco in molti autori precedentemente impegnati in altre opere. Il più recente che rammento è Glenn Cooper che con “Dannati” e già in precedenza con il ciclo della Biblioteca dei morti ha spaziato con fantasia e una certa perizia. Anche i coniugi svedesi riuniti sotto lo pseudonimo Lars Kepler si son cimentati nel campo, con la vicenda della tenente Anderson e del figliolo. La dura e pura e ovviamente traumatizzata soldatessa (ma gli svedesi sereni esistono?) reduce da eventi bellici tragici (tutti attorno muoiono e lei solo un coma) è convinta di essere stata nell'aldilà, che più che un porto delle anime ricorda certi quadri di Bosch e scenari da videogioco cupo e orientale, con masse di individui più o meno morti che sperano di vincere la lotteria e di non essere trasportati definitivamente all'Inferno o al Purgatorio o al Paradiso bensì di rinascere o resuscitare uscendo dal tunnel di luce, ritornando nella loro dimensione carnale. Francamente grottesca la protagonista che per salvare il figlio si deve sottoporre a nuova pseudo dipartita, onde raggiungerlo e ripercorrere il tragitto nuovamente verso la vita, ben sapendo che la lotteria non è che si vince due o tre volte di fila. Gli scontri con archi e frecce, orde di anime dannate, bande di delinquenti in un'anarchia improbabile e ingiustificata, fanno da sfondo ad una trama assai povera di spunti e riflessioni, e anche scenograficamente ripetitiva e a tratti fastidiosa. Personaggi di contorno inconsistenti (mi si perdoni la battuta: forse perché trattasi di fantasmi eterei per natura...). Nei precedenti lavori la coppia Kepler , soprattutto con “L'ipnotista” e il ciclo di Linna , ci ha abituati ad un livello assai più elevato, pur di genere e pur con riserva per finali scontati e prevedibili. Con “Il porto delle anime” si nota una inadeguatezza sia di stile che di argomento, come se la materia non fosse nelle corde degli autori. Anche il senso di inquietudine che un tema così profondo e intenso dovrebbe provocare, viene meno a causa della superficialità di tutto il romanzo. Peccato.
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Commenti
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Grazie.
Probabilmente gli autori hanno cercato di uscire dai loro schemi ma il tentativo non ha prodotto grandi frutti.
Buona lettura
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