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L'uomo delle castagne
 
L'uomo delle castagne 2019-08-09 07:37:30 Scavadentro
Voto medio 
 
1.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
1.0
Piacevolezza 
 
1.0
Scavadentro Opinione inserita da Scavadentro    09 Agosto, 2019
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Scandinavi tormentati e tormentanti

Premetto che le recensioni del sottoscritto son naturalmente parziali e personali, condizionate da gusti opinabili..ma tant'è... In questo senso il contenuto di questo lavoro è veramente scarso e stereotipato, con luoghi comuni, personaggi scontati e una trama che proprio non mi ha emozionato. Il senso del "già visto" permea tutto il narrato, a partire dall'incipit perso nel passato con il via a una vicenda trita e ritrita di disagio familiare in stile Läckberg. I due poliziotti incaricati dell'indagine sugli omini di castagne ricalcano figure già note (vedasi Lars Kepler con l'ispettore Linna o Harry Hole di Nesbo) costituite dalla parte maschile Hess e da quella femminile Thulin. Naturalmente lei non è contenta di lavorare con lui ma per poter ambire ad una promozione e trasferimento fa buon viso; lui sembra svagato perché ha alle spalle il solito dramma scandinavo quindi vive trasandato, non rispetta le regole, e appartenendo all'Interpol inizialmente si strania dall'indagine. Lei essendo la parte femminile è iperattiva, autonoma, con legami familiari complicati ma ovviamente unica mente brillante in un gruppo di poliziotti burocrati, incompetenti e incapaci di fare due più due. Questi si alternano a politici e politiche che sono al servizio del popolo e però hanno qualche segreto (sempre d'infanzia) del quale sono inconsapevoli così presi dal loro ruolo di integerrimi rappresentanti del cittadino scandinavo. La trama si svolge con rapimenti di bambini, giovani capri espiatori con problemi sociali e di droga, finti colpevoli naturalmente pazzi emuli di assassini più feroci di loro, mutilazioni (se non ci sono elementi sanguinolenti non siamo in scandinavia) e un killer imprendibile che è sempre un passo avanti alla Polizia, aggira ogni posto di blocco, inserisce omini di castagne il cui significato solo i due eletti investigatori sviscereranno ed è guidato da un senso di vendetta che soltanto al termine del libro emerge (e quando si comprenderà chi è l'assassino, che ovviamente non svelo, cascano le braccia senza bisogno delle amputazioni perpetrate dallo stesso.....). Sinceramente queste figure di delinquenti assolutamente imprendibili e algidi irrita. Già mi sono stancato di leggere Kepler per la ripetitività di questo meccanismo, con assassini che sembrano morti ma ovviamente rinascono dalle loro ceneri perché il male, si sa , non muore mai: quindi non ho intenzione di leggere il prevedibile sequel di questo lavoro danese, evidentemente mirato a divenire presto un serial televisivo poi riedito con produzione USA ecc ecc ecc.....

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