Dettagli Recensione
Hap e Leonard non tradiscono mai
Ho letto tutti i libri di Lansdale, compresi quelli con protagonisti Hap e Leonard. Premetto che il contenuto di questo è leggermente inferiore agli altri, in quanto leggermente ripetitivo. Ciò detto si deve sottolineare che lo stile di questo autore è originale e unico, forse non gradito ai puristi, ma estremamente efficace e per certi versi universale. Credo infatti che Lansdale sia perfettamente percepibile e comprensibile a una gran parte di lettori, non solo dai malati onnivori come me, ma anche da coloro che leggono solo saltuariamente. Raggiungere il maggior numero di utenti non intacca però la qualità del narrato, sempre vivace e sorprendente con colori e emozioni, sapori e musiche. I cattivi come sempre abbondano anche in questa trama, che comincia con una madre ed un figlio abbastanza ripugnanti che ingaggiano i nostri detective alla ricerca della Jackrabbit del titolo (rispettivamente figlia e sorella). Naturalmente l'indagine porterà la nostra coppia ad affrontare nemici allucinati e un segregazionista "padrone/boss" di una cittadina denominato "Il Professore" che ovviamente non risulterà gradito soprattutto al sempre attaccabrighe Leonard, pronto a usare mezzi leciti e non scontrandosi con il codice morale di Hap. I personaggi di contorno sono godibili e ben caratterizzati, andando a pescare nel passato dei due in quanto Marvel Creek è luogo di memoria dal quale emergono una serie di ricordi e nostalgie. Il linguaggio è crudo e a volte scurrile, ma verosimile ed al passo coi tempi. Lansdale è uno scrittore sincero, e le volgarità che escono dalla bocca dei suoi personaggi non sono fastidiose in quanto pertinenti al contesto. Sono più una questione estetica che etica, come gli abiti di scena e le coreografie di un balletto. Il meccanismo privo di queste caratteristiche non funzionerebbe. Menzione particolare per il cane che Leonard adotterà, che dimostra la sensibilità verso gli animali spesso umanizzati nelle opere precedenti. Senza rivelare troppo si deve rimarcare che l'autore non narra in funzione del finale lieto o meno: l'intento di Lansdale è in fondo di dipingere un quadro che può essere visto di fronte, di lato, da vicino scorgendone i particolari o anche di sfuggita apprezzando ritmo e profondità. Un ulteriore elemento da apprezzare è relativo alla intensità delle pagine (dato esteso a tutti i libri di Lansdale) che seppur numericamente ridotte ampliano il narrato e sono essenziali alla storia. Spesso ci si imbatte in ottimi romanzi, anche gialli o noir, che alla fine della fiera ci fanno riflettere ed affermare "Ma ciò che ho letto in 500 pagine non era più facile raccontarlo in 200-300 ?" Ogni capoverso di Lansdale è puro piacere e nulla va sprecato. Si è notato che è uno dei miei autori preferiti?..........
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Buon tutto
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