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Il detective selvaggio
 
Il detective selvaggio 2019-07-11 18:49:23 Mario Inisi
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    11 Luglio, 2019
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Attenzione all'orso-coniglio mannaro

Il nuovo romanzo di Lethem è un noir dall'ambientazione originale. La vicenda si svolge in una parte desolata della California con deserti, montagne e chilometri di nulla tra roulotte, capanne e grotte abitate da persone che hanno lasciato la civiltà e si sono riunite in fantomatiche comunità a metà strada tra zen, new age e setta con relative regole rigide e integralismo. L’ambientazione è la cosa più interessante e riuscita della storia che è piacevole e di facile lettura, ma a mio parere non esce dai confini di una letteratura di genere. Di questo autore non riesco a cogliere la decantata originalità.Lo stile è curato, si sente che è un buon lettore, anzi io direi che questo libro si ispira a due autori in particolare: Chandler e la Ferrante. Però, tra i due, è la Ferrante a fare la parte del leone nel senso che anche se il detective selvaggio richiama per i modi poco ortodossi e il moralismo free lance il caro vecchio Marlowe, forse proprio per questo, cioè per distogliere il lettore da un accostamento troppo scontato e difficile da reggere ( Marlowe è Marlowe), l’autore sceglie di parlare con la voce della cliente e non del detective, una donna matura di mezza età, piuttosto colta che richiama per modi e linguaggio l’Elena della Ferrante. In una situazione però più adatta a Marlowe. Al romanzo manca un po’ di spessore psicologico e di empatia per spingersi oltre il genere. La protagonista che fa tanti chilometri per salvare la figlia dell’amica, studentessa universitaria ribelle, poi non le rivolge mezzo pensiero dedicando tutte le sue attenzioni all'investigatore, al suo corpo e ai suoi cani. Ci sono anche alcune incongruenze che l’editor americano avrebbe dovuto eliminare. Se il detective conosceva già Arabella, non si spiega la sua reazione nella scena della buca. Caduta di stile pure la folgorazione lesbo per la ragazza che è del tutto fuori luogo. Ma forse è di moda, dato che simili brutture compaiono anche in altri romanzi contemporanei: centinaia di pagine dedicate al grande amore e folgorazione lesbo (Sally Rooney) che piove nel mezzo della storia dal nulla. Ma a parte la bruttezza di tali parentesi, la conclusione del romanzo di Lethem è inficiata nella sua efficacia proprio da tali digressioni/ folgorazioni che minano l'immagine di detective e cliente come possibili genitori affidatari/ educatori.
Lethem ha anche il gusto dei richiami, delle citazioni, e una certa ironia nei nomi (l’orso Yogi, attenzione pericolosissimo!). Però devo dire che preferisco a lui gli autori che cita anche se in casi come questo ho il dubbio di essermi perso l’opera migliore. L’autore ha una buona dose di ironia che nei dialoghi è più scontata ma viene fuori nel finale. Dopo tante avventure, salvataggi e scopate, dopo aver affrontato orsi di tutti i tipi, deserti, lotte e pericoli vari, il vero pericolo per la narratrice è incastrarsi in una casa con l’amato a pulire cesso e pavimenti per una marea di gente.

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Commenti

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Ciao Mario, dopo quello che hai scritto convengo con te sul fatto che ti sei perso l'opera migliore. "La fortezza della solitudine", scritto nel lontano 2003, è infatti un romanzo meraviglioso, è credo che da allora Lethem non si sia più ripetuto a quei livelli.
In risposta ad un precedente commento
Mario Inisi
12 Luglio, 2019
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Il primo romanzo se non sbaglio. E Brooklin senza madre? Avevo puntato quello, ma passerò alla fortezza seguendo il tuo consiglio.
Mario, non ho mai letto questo famoso autore. Non so se tutti i suoi romanzi siano 'di genere' , perché ciò mi allontanerebbe ancor di più. Il fatto poi che si affrontino "orsi di tutti i tipi" ...
In risposta ad un precedente commento
Mario Inisi
14 Luglio, 2019
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Non ti consiglio il romanzo che certamente non fa per te. Ma non per gli orsi di tutti i tipi. Nel romanzo ci sono due tribù: orsi e conigli che comprendono rispettivamente uomini e donne che vivono fuori della civiltà in questa specie di landa californiana desolata. I conigli sono abbastanza mansueti e gli orsi pericolosi. Poi c'è anche un tentativo di spiegazione malriuscito di interessi economici che stanno dietro le due tribù con fantomatici cinesi che lavorano in miniere da qualche parte. Ma la spiegazione di questi interessi è malriuscita, forse sarebbe stato meglio toglierla, come andava tolta la folgorazione lesbo, o la relazione del detective con la ragazza che, oltre che fuori luogo, mette i bastoni tra le ruote alla trama. In ogni caso questi aspetti e la storia in sè non sono interessanti, è invece molto bella la descrizione del posto e del tipo di vita che vi si conduce.
Grazie, Mario, per le ulteriori precisazioni.
Sì, un libro che non fa per me.
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