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Simenon a stelle e strisce
Piuttosto complesso, anche se lineare nella trama, questo thriller psicologico sembra uscito dalla penna di scrittori statunitensi come Yates o Carver.
Dietro, invece, c’è sempre l’eclettico Simenon, che scrive di Steve, buon padre di famiglia nell’America anni Cinquanta, innamorato della moglie, legato ai figli, profondamente stufo.
L’alcol sembra offrirgli una via di fuga in un giorno di festa ad alto tasso di stress, tirando fuori dal subconscio frustrazioni e rimpianti, insieme alla speranza di riscattarsi da un lavoro da impiegato che gli sta stretto e da una moglie in carriera che guadagna probabilmente più di lui.
Se amore c’è ancora, è di sicuro sopraffatto da un risentimento che chiede soddisfazione, in un modo o nell’altro. La trova, alla fine, nella svolta tragica degli eventi, e al lettore più attento non sfuggirà, anche dietro ai momenti di maggiore intensità emotiva, il gradevole, inconfessabile retrogusto del dramma, che il protagonista assaporerà come un whisky di ottima annata.
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