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Caccia ad un maniaco vendicativo.
Kim Stone, la giovane detective della Black Country inglese dal passato difficile e tormentato, già protagonista di altri thriller dell’Autrice (“Urla nel silenzio” è il primo della fortunata serie) è in visita con la sua équipe ad un particolare istituto scientifico, la cosiddetta “fabbrica dei corpi”, dove sono studiate le modificazioni di cadaveri, donati alla scienza, esposti a differenti condizioni ambientali. In un campo vicino viene casualmente trovato, con il volto massacrato di botte e la bocca riempita di terra, il cadavere di una giovane donna. Dai registri delle persone scomparse e dalla denuncia dei genitori si risale alla sua identità. Ma non basta: un altro cadavere viene dissotterrato nei pressi ed una terza vittima, agonizzante ma ancora viva, è ritrovata in un prato vicino. La caccia al brutale assassino inizia, l’indagine è complessa ed è paragonabile ad un intricato puzzle in cui le varie tessere non combaciano mai e riservano una serie di sorprese che inducono a scavare nel passato ed a far riemergere episodi lontani di abusi emotivi e fisici subiti dai sospettati nell’infanzia. L’azione si fa incalzante intorno al 70° capitolo, il cerchio si stringe, le indagini guidate con tenacia dalla brava Kim Stone, anche lei in pericolo di vita, riescono a neutralizzare il maniaco ed a scoprire che non agiva da solo ma con un complice: l’individuazione di quest’ultimo, insospettabile fino in fondo, è un colpo di scena magistrale, tipico di molti thriller della Marsons. L’atmosfera del romanzo è cupa, l’azione si svolge per lo più in periferie desolate, l’oscurità e la pioggia sono quasi costanti: il tema dominante è quello della vendetta, una vendetta atroce, tardiva e sproporzionata, legata a traumi subiti nell’infanzia e architettata per anni nei minimi particolari. Perché, come fa dire l’Autrice alla detective capo Stone, purtroppo sono poche le infanzie perfette; neppure quella della sua eroina, che però aveva avuto la fortuna, contrariamente ad alcuni protagonisti del romanzo, di avere genitori adottivi amorevoli che “ le avevano mostrato cosa significava essere parte di una famiglia e l’avevano amata incondizionatamente”, nonostante il suo passato turbolento. Un messaggio di speranza, con il quale si chiude l’ultimo capitolo di un romanzo che, soprattutto nelle ultime concitate ed emozionanti fasi, non ha momenti di tregua ed è assolutamente coinvolgente.