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Il codice Rebecca
 
Il codice Rebecca 2019-05-03 06:59:53 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    03 Mag, 2019
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La cruna dell'ago in Egitto. Con più sesso.

"Il codice Rebecca" è un thriller storico che mi ha riportato verso un autore che generalmente apprezzo per il suo stile. Di Ken Follett avevo affrontato (e gradito) “La cruna dell'ago” l'anno scorso, opera con la quale questo "nuovo" romanzo ha in comune molti aspetti, in primis l'ambientazione: siamo sempre nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, ma questa volta lasciamo le coste inglesi per il deserto del Sahara.
E già qui non ci siamo: la sinossi e i primi capitoli portano il lettore a pensare che lo scenario prescelto sia il deserto, tra le dune infinite e le rotte delle tribù nomadi, ma in effetti il resto del romanzo si svolge nella metropoli de Il Cairo. Anche il titolo è un po’ fuorviante, e ciò mi ha stupito perché tutti i libri di Follett hanno dei titoli molto azzeccati ed accattivanti.
La trama ripropone lo stesso schema de “La cruna dell’ago”, con il continuo inseguimento tra la spia tedesca, infiltrata nel territorio controllato dagli inglesi per una missione che potrebbe cambiare le sorti del conflitto, e l’agente britannico, disposto a tutto per assicurare la propria nemesi alla giustizia. Diversamente dal romanzo procedente, l’autore non si sforza troppo di farci entrare in empatica con l’antieroe, portando palesemente il suo favore verso il militare inglese. Nel quadro non può poi mancare un’affascinante protagonista femminile, che anche in questo caso ho apprezzato molto per la sua caratterizzazione, preferendola di gran lunga ai suoi omologhi maschili.
Il romanzo è arricchito da altri interessanti personaggi, come una versione egiziana del Fagin dickensiano che invia i suoi giovani borseggiatori in giro per la città, e in generale tutti risultano caratterizzati in modo convincente. A convincermi decisamente meno sono stati la serie di colpi di fortuna che ottengono entrambe le parti, la presenza di pochi personaggi storici (l’unico rilevante è Rommel) e la storia d’amore che come al solito è fulminea e poco realistica.

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Commenti

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Non concordo molto con la recensione, ma non così tanto da mettere un "dislike": scrivo solo un paio di considerazioni personali. Io, in verità, ho apprezzato molto il personaggio "cattivo" e mi sono immedesimato dall'inizio alla fine in Alex Wolff. Quel che NON ho apprezzato del libro sono i colpi di fortuna (alcuni, quasi assurdi) che guidano lo svolgimento della trama: quello sul treno, nel finale, mi è parso del tutto irrealistico! Comunque, per me che ho letto una quindicina di libri di Follett, "Il codice Rebecca" resta una buona lettura d'evasione, superiore al più banale "La cruna dell'ago": a mio avviso, i giudizi su "contenuto" e piacevolezza" sono un pochino severi.
Grazie per il tuo commento. Mi spiace che la mia valutazione ti sia sembrata troppo severa: in complesso ho dato 3 stelline al volume, ma qui su Qlibri ho dovuto ripartire il mio voto così.
Come ho scritto nella recensione, avendo già letto "La cruna dell'ago" (pubblicato prima di "Il codice Rebecca") non ho potuto fare a meno di notare le molte somiglianze, e a mio avviso un autore che "copia" da se stesso dimostra un po' di pigrizia inventiva.
Per quanto riguarda l'antagonista (anche se potremmo parlare di antieroe, nei libri di Follett), la sua missione procede soprattutto per pura fortuna e, nell'unico momento in cui il suo intervento sarebbe vitale per le sorti della guerra, lui si "distrae"? In confronto, Faber dimostra meno fortuna ma decisamente più determinazione.
Ci sono alcuni aspetti sicuramente validi, come il personaggio di Eléne che ritengo caratterizzata molto bene, ma mi sarei aspettata qualcosa di meglio da una trama tanto promettente.
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