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quando la mente inganna
Dexter è un alcoolizzato e gliene importa poco. Sua figlia è morta e come spesso succede il matrimonio non ha retto alla batosta. Dexter ha anche una malattia di tipo psichiatrico, ma ha deciso di smettere di prendere le pillole che tengono a bada le allucinazioni, ma tendono a stordirlo. In un momento tra una sbornia e l'altra quando è abbastanza lucido per alzarsi dal letto, decidere di dedicarsi ai suoi campi, ma ancora fatica a tenersi ben dritto sulle gambe trova sotto un albero qualcosa dii inaspettato: si tratta del cadavere di una ragazzina con una divisa da cameriera. Con la coscienza perennemente sporca Dexter decide che nong li conviene denunciare il ritrovamento e si incammina verso il sentiero più complicato: vuole trovare il colpevole e in questo modo assicurarsi di non essere lui l'assassino. Ad aiutarlo nelle indagini ci sarà il fantasma della ragazza morta: a volte una seducente Lolita, altre volte una compagna crudele e feroce. John Rector ha con abilità costruito un giallo che spazia liberamente nella parte più cupa e nascosta della mente umana. Per quasi tutto il libro mi sono chiesta se in quel momento eravamo nella fase vigile di Dexter, o se mi trovavo dentro una delle sue allucinazioni. Fino alla fine non ho saputo se era lui il copevole e se n'era semplicemente dimenticato, ma anche se il cadavere esistesse o anche quello fosse solo un parto di una mente al collasso. Romanzo breve che si legge tutto d'un fiato, non solo per le poche pagine, ma soprattutto perchè la prosa è semplice e scorrevole e perchè la trama fa sì inorridire, ma come tutte le cose raccapriccianti attira come una calamita.
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