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One Man Show
Perché accontentarsi di essere amico dell'affascinante e facoltoso Dickie Greenleaf, vivendo alla sua ombra e dipendendo dai suoi umori, quando si può diventare Dickie Greenleaf a tutti gli effetti? È quello che si chiede Tom Ripley, un vagabondo che campa di espedienti, di piccole truffe e di lavoretti saltuari, un balordo indefessamente dedito alla menzogna ed al raggiro. Il grande talento del protagonista, cui fa riferimento il titolo, è quello di saper simulare qualsiasi sentimento, di riuscire a trasformarsi in qualsiasi altra persona acquisendone l'accento, il modo di muoversi, l'aspetto estetico. Il nostro perdigiorno parte da Boston per raggiungere l'Italia, dove ha il compito di convincere Richard, rampollo di un'importante famiglia di costruttori navali, a tornare a casa. Il giovane ha infatti abbandonato genitori e lavoro per vivere di rendita nel Bel Paese, nell'immaginaria Mongibello, nel sud della Campania, inseguendo il suo sogno di diventare pittore e trascinandosi oziosamante tra mare, alcol e divertimenti. Il padre ingaggia Tom, suo sedicente amico, per cercare di riportarlo a casa. Ma la sua missione fallisce miseramente non appena il protagonista entra in confidenza con Dickie, comincia ad apprezzare il suo modo di vivere, i suoi vestiti, i suoi gioielli. Non solo rinuncia al proposito di convincerlo, decide addirittura di restare in Italia con il nuovo amico e unirsi a lui nella sua pigra e rilassante esistenza. Ad un certo punto però l'amicizia tra i due si inceppa, i soldi di Tom stanno per finire e sembra esserci solo un modo per continuare a condurre quella vita: diventare egli stesso Richard Greenleaf. Inizia così una nuova vita, fatta di lusso, viaggi, abiti firmati, costosi accessori. Ma anche di bugie, sotterfugi, depistaggi e delitti. Basterà il suo talento a permettergli di farla franca? La sua coscienza gli permetterà di godere dei frutti delle sue malefatte? Per scoprirlo non possiamo far altro che imbarcarci insieme a lui e partire per questo viaggio psicologico nella mente di un criminale. Patricia Highsmith ci conduce infatti nei recessi più bui del suo animo, sviscerandone gli insani ed insoliti pensieri, dando un senso ai sui pur riprovevoli comportamenti, portando il lettore ad immedesimarsi nel criminale pur mantenendone le distanze. Se l'aspetto psicologico è quello che desta maggior interesse nella lettura, un altro punto a favore dell'opera sono le splendide ambientazioni. Si scappa dal grigiume di una Boston cupa e priva di interesse, dove la vita scorre monotona e senza prospettive, dove farsi una bevuta nel solito locale è ciò che di meglio può capitare, per immergersi negli ameni paesaggi marini di casa nostra, nell'arte e nella storia che si respirano in città affascinanti come Roma e Venezia, sognando poi di raggiungere le isole greche, polizia permettendo. Pur non spiccando particolarmente per virtuosismo, lo stile dell'autrice risulta adatto alla storia narrata, freddo, calcolato, semplice, come il modo di pensare di Tom. La trama, pur molto semplice, non appare mai banale o scontata, anche se a volte si cade un po' troppo nell'inverosimile e la vera suspense si percepisce forse soltanto nel finale. Un noir che, pur non essendo un capolavoro, può benissimo essere apprezzato anche dai non patiti del genere, con un protagonista che non ispira certo simpatia (di personaggi simpatici, invero, in questo libro non se ne vede neanche uno) ma che coinvolge, nel bene o nel male, con il carisma dell'antieroe ed il talento da One Man Show.
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