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Cinematografico
Appena finito questa lettura: divorata in due giorni, avrei anche potuto dimenticare di mangiare, persino di respirare, se solo quest'ultimo non fosse un atto automatico.
La storyline, colma di detto e non detto e di irrisolto fino all'ultimo capitolo, mi ha risucchiato assieme allo stile scorrevole e privo di flussi di coscienza (me ne aspettavo una quantità fastidiosamente considerevole, e invece zero). E' un impianto narrativo che stuzzica lo spirito investigativo:
Che mi aspetto che succeda adesso?
Cos’è successo prima?
Chi c'è dietro a tutta la faccenda?
Allo stesso tempo si concentra sul presente, sul qui adesso, sul concreto e si ha la sensazione di campare, esattamente come tutti i narratori di "Una brava ragazza", alla giornata. E' bello da film, anche se per la produzione ci sarebbero alcuni ostacoli dati dalla personalità dei personaggi, ma qui sto divagando.
La venticinquenne Mia, inizialmente appare come una ragazza indifesa, sbaragliata dagli eventi. In realtà è molto più cosciente di quanto sembri, ed è intelligente, scaltra e senza paura, oltre ad essere molto bella. Ha sempre tentato di reprimere certi aspetti della sua personalità, anche certi pensieri ,ma gli eventi estremi in questa storia non le permettono più di celarli a se stessa. Emerge così un personaggio interessante, non per forza buono o cattivo, ma sicuramente con qualcosa da insegnare. Molto buona anche la costruzione di tutti le personalità fondamentali per lo sviluppo della storyline, alle fine vi chiederete chi è tra loro la vittima e non sarà semplice rispondere.
Resta un libro adatto ai lettori curiosi, che amano i colpi di scena. Certo non si può dire che sia carico di "poeticità" e finezze stilistiche, non è quello ciò a cui Kubica ha puntato. Ma se cercate pathos saprà soddisfare.