Dettagli Recensione
Il passato rispecchia il futuro
Ancora una volta è la gelida Svezia a fare da teatro ad un nuovo, il terzo, romanzo della serie incentrata sulla figura del commissario Joona Linna.
A Sundsvall, città di piccole dimensioni situata a nord di Stoccolma, c’ è una località di nome Birgittagarden che ospita una casa d’accoglienza per minori dai 12 ai 17 anni con alle spalle problemi di tossicodipendenza, comportamenti autolesivi, disturbi alimentari.
In una notte vengono uccise l’ infermiera Elisabeth Grim ed una ragazzina di nome Miranda.
La prima sospettata è Vicky Bennett, una delle ragazze in cura, data per dispersa dopo gli omicidi e il cui letto viene ritrovato coperto di sangue.
Jonna Linna, nel frattempo impegnato a fronteggiare un’ inchiesta della commissione disciplinare nei suoi confronti, indaga in maniera non ufficiale sul caso. Con lo sporadico aiuto di una misteriosa e giovane ragazza che dichiara di avere continue e confuse visioni sui delitti.
Attendevo con una certa curiosità la lettura del terzo romanzo della saga ad opera dei coniugi Lars Kepler, dato che è opinione diffusa che proprio con “La testimone del fuoco” si verifichi un innalzamento qualitativo del livello della serie.
Aspettative soltanto in parte rispettate.
Sicuramente la trama mi ha stuzzicato maggiormente rispetto al passato, con un intreccio più avvincente, una gestione dei colpi di scena più credibile e parsimoniosa, ed un finale che lascia finalmente un pizzico di curiosità per il successivo capitolo.
La lunghezza, il numero dei personaggi e la quantità di tematiche affrontate restano eccessivi, ma è un problema purtroppo comune in molti polizieschi moderni.
Continuo a ritenere deficitaria la gestione dello spazio, elemento che ritengo imprescindibile in questo genere letterario. Le vicende sono ambientate a Stoccolma, ma ce ne accorgiamo solo da qualche sporadico richiamo al freddo e all’ onnipresente grigiore del cielo (mentre, considerando altri giallisti scandinavi come termine di paragone, la Norvegia di Jo Nesbo o la Fjallbacka di Camilla Lackberg sono a tutti gli effetti veri e propri personaggi aggiunti).
E per quanto il genere non sia necessariamente garanzia di accurata introspezione psicologica dei personaggi, il livello di questa si riconferma modesto.
Anche stavolta ho avuto l’ impressione che i Lars Kepler si siano riconfermati autori commerciali. La classica “lettura da spiaggia” contenente tanti omicidi, tanto sangue, con spruzzatine di sesso gettate nella mischia.
Niente di scandaloso, intendiamoci. “La testimone del fuoco” rimane comunque un thriller sufficiente per intrattenimento offerto e facilità di lettura, ideale da alternare a letture più serie e non necessariamente di genere diverso.
Ritengo infatti che anche nella sottocategoria dei gialli di tipo commerciale, ci siano autori e opere più validi.
Con la speranza che i due coniugi mi facciano ricredere nella prossima puntata.
Indicazioni utili
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