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Avevano spento anche la luna
ìÈ un romanzo drammatico, una testimonianza delle crudeltà volute da Stalin in Unione Sovietica per eliminare intere popolazioni o coloro che avevano la sorte di essere sospettati di crimini contro lo Stato. Nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, mentre l’Europa era sconvolta della tragedia immane della guerra , mentre cominciava il calvario degli ebrei che venivano braccati e condotti nei campi di sterminio, ecco che altrove, in Lituania, si consuma un’altra tragedia: l’eliminazione sistematica di un intero popolo che ha il torto di esistere; i metodi utilizzati sono i soliti: retate, 20 minuti per preparare le valige, lunghi, estenuanti viaggi stipati in carri bestiame, senza aria, senza cibo se non una brodaglia grigia ogni tanto e infine I lavori forzati. Gli aguzzini non sono MOSTRI ma sono solo uomini, soldati educati ad essere crudeli e senza anima. Così, con un estenuante viaggio verso la gelida Siberia, comincia il racconto di Lina, una quindicenne, strappata alla sua casa insieme alla bella madre e al fratellino, del padre non se ne saprà nulla. Il racconto di Lina è terribile, il freddo, la fame, la sete, la paura..i lavori forzati sono I suoi carnefici. Eppure questa massa di disperati di aggrappa alla vita, molti e la stessa Lina vogliono vivere a tutti i costi, ma vivere è una sfida continua giorno dopo giorno , malnutriti, esposti al gelido inverno, umiliati, lì, nei campi la pietà ed il rispetto sono rari, la lotta per la sopravvivenza più forte. E’ incredibile di quanta forza inaspettata sia capace un individuo che non vuole arrendersi, che non vuole lasciarsi andare ad un destino crudele, anche quando tutto sempre perduto, infatti Lina trova il coraggio e la forza nei suoi ricordi, nella sua casa, nella sua vita precedente e si impegna con tutte le sue forze a vivere e a ricordare. Disegna, disegna tutto ciò che vede, le persone, le cose, gli aguzzini, usa il disegno come arma! Eppure in tutto questo, spesso, si accende una speranza ogni qual volta qualcuno compie un gesto di altruismo, di solidarietà, di pietà verso un altro. Lina è coraggiosa, promette a se stessa di uscire da quella voragine e dedicare la sua vita ad onorare la memoria di migliaia di uomini e donne che sono morti in nome della più cupa barbarie. E’ un libro da leggere e da far leggere soprattutto ai giovani per dar loro la consapevolezza che la libertà e la democrazia non sono valori astratti, conquistati una volta per sempre ma il risultato di un lungo cammino tortuoso e tormentato, i cui nemici, sempre in agguato, sono l’indifferenza, la cultura dell’odio, l’arroganza, la prevaricazione!