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L'estrema vendetta di Ingrid, Birgitta, Victoria
Camilla Lackberg offre un suo particolare punto di vista per quanto attiene alla violenza sulle donne ne Donne che non perdonano. Un lungo racconto il cui tema centrale è la violenza gratuita, bieca ed accecante, contro tre donne: Victoria, Ingrid, Birgitta. Sono tre figure femminili emblema della violenza più diversa e brutale di cui sono vittime tre donne diverse per ceto, ambientazione e classe sociale. Tutte di buona famiglia, dove si celano segreti inconfessabili, per cui:
“I quartieri residenziali come quello erano carceri femminili senza muri, in cui le donne erano tenute prigioniere dell’amore e del senso del dovere verso i figli.”.
Birgitta, maestra, con due figli gemelli adulti, ha un cancro al senso, ma decide di non curarsi per nascondere lividi ed ematomi di cui si vergogna. Il marito Joseph, commercialista di grido, molto conosciuto, la
“riempie di botte ogni volta che gli salta in testa, ma fa attenzione a non picchiarmi dove non si vede. E io mi sono sempre detta che finchè non si vede non è successo niente…”.
Ingrid, giornalista, rinuncia al lavoro e decide di seguire devotamente il marito Tommy, affascinante e dall’eloquio facile, direttore di giornale. Ma lui le usa la violenza più brutta e sofferente, ma silenziosa. Infatti la tradisce con una collega, dopo essersi speso per coprire colleghi che molestano le donne.
Victoria, invece, è una ragazza russa che è stata ordinata e comprata, sposata con un uomo che la tiene ghettizzata in una fattoria. Di giorno pulisce, ordina la casa e cucina; di notte un mero oggetto sessuale.
L’intreccio tra il destino di queste donne è curioso, accomunate solo da una terribile sete di vendetta, per cui:
“E’ vero stava per uccidere un uomo, ma avrebbe anche liberato una donna. La somma algebrica delle sue azioni sarebbe stata uguale a zero. E poi un’altra persona avrebbe liberato lei.”
Un libro che colpisce allo stomaco. Una prosa asciutta, breve, di poche ma pesanti parole e descrizioni. Non lascia scampo. Colpisce l’epilogo, a riflettere bene un po’ discutibile. Un po’ troppo estremo, ma nel complesso una lettura che induce alla riflessione.