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Non lasciare la mia mano
 
Non lasciare la mia mano 2018-11-30 11:10:37 Vincenzo1972
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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    30 Novembre, 2018
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Fé lève lo mort

'Fé lève lo mort': è pericoloso far risorgere il passato.
Se Martial Bellion avesse dato maggior credito ai detti popolari forse avrebbe optato per una mèta diversa dove trascorrere le vacanze pasquali con la famiglia, la sua nuova famiglia composta dalla bellissima moglie Liane e la piccola Sofà. Invece preferisce tornare a Saint Gilles nell'isola Reunion, in un villaggio turistico poco distante dai luoghi dove aveva vissuto diversi anni prima con la sua ex-moglie Graziella sino alla morte del figlio Alex di appena sei anni, annegato in mare, essendo stato lasciato da solo in spiaggia. Sebbene Martial riuscì a convincere il giudice in tribunale della sua innocenza, poco poteva contro i fantasmi della sua mente e il ricordo ricorrente del figlio non faceva che accrescere il suo senso di colpa. Per questo motivo decise di abbandonare l'isola per ricrearsi altrove, a Parigi, il più lontano possibile, una nuova famiglia.
E, complice sia il tempo trascorso sia l'incontro con Liane e la nascita della piccola Sofà, Martial riesce a superare e metabolizzare quel tragico evento.
Tanto da non temere un ritorno sull'isola della Reunion, per far conoscere a Liane e Sofà quel luogo fantastico, paradiso per i turisti, in cui la natura ha concentrato in pochi chilometri quadrati paesaggi estremamente variegati, dal mare alla montagna vulcanica, dalla foresta tropicale alle barriere coralline.
Ma qualcosa va storto per Martial Bellion: a pochi giorni dal loro arrivo sull'isola, Liane scompare improvvisamente dall'hotel in cui alloggiavano ed è lo stesso Martial a denunciarne la scomparsa alla gendarmeria. Tutti gli indizi però sono contro di lui, essendo stato l'ultimo ad entrare in camera con Liane, come confermato da più testimoni. Martial si trasforma così, nel giro di poche ore, in fuggitivo e pericoloso ricercato, non solo perchè sospettato dell'omicidio della moglie (sebbene il suo corpo non sia stato ancora rinvenuto) ma anche perchè ha trascinato con sè la figlia Sofà, presumibilmente come ostaggio per la sua fuga.

Michel Bussi, autore francese di questo romanzo al cardiopalmo, ha già dato ampia prova delle sue doti narrative nel genere poliziesco col romanzo Ninfee nere vincitore di numerosi premi e molto apprezzato dalla critica e dal pubblico, come dimostrato dall'elevato numero di copie vendute in Francia.
Con 'Non lasciare la mia mano', l'autore conferma la sua reputazione regalando ai lettori una trama dal ritmo incalzante, incentrata sulla fuga di Martial con la piccola Sofà e raccontata in duplice voce, quella del padre e quella della figlia, spesso contrastanti perchè ciascuna basata sulla propria percezione degli eventi accaduti. Eventi che mettono in seria discussione l'innocenza di Martial soprattutto agli occhi della figlia, più volte costretta a rassegnarsi all'idea che suo padre sia un assassino, che abbia ucciso sua madre e che presto farà lo stesso con lei:
Mi appoggio alle rocce, vicinissima al bordo, voglio che i fiori finiscano proprio in fondo. "Mi stai tenendo bene, papà?". Mamma non mi avrebbe mai permesso di fare una cosa del genere. Mi piego, sono quasi sopra il buco. Papà mi tiene la sinistra mentre con la destra disegno un cerchio nell'aria e lancio il mazzo. I fiori si disperdono a pioggia. Cadono senza rumore. Abbasso la testa, mi piacerebbe seguirli con gli occhi il più lontano possibile, fino al centro della terra. "Papà non lasciare la mia mano, eh?"
Il romanzo, inoltre, pur ruotando intorno ai due protagonisti in fuga, abbraccia nel suo evolversi diversi personaggi secondari, in particolar modo il sottotenente Christos Konstantinov che seguirà le indagini sul caso, e che vivendo e lavorando sull'isola ormai da diversi anni sarà portavoce delle numerose contraddizioni che la caratterizzano soprattutto dal punto di vista sociale e politico e che sono ben celate dietro l'apparente tranquillità, gioiosità ed opulenza di un'isola paradisiaca circondata dall'Oceano Indiano e mèta ambita di molti turisti: hotel, ville, piscine, spiagge esotiche nascondono una realtà autoctona ben diversa con problemi di delinquenza, razzismo e disagio sociale, inevitabili conseguenze di una storia senza identità essendo stata l'isola oggetto di innumerevoli migrazioni da parte di popoli con origini e tradizioni differenti e mai perfettamente amalgamati nel corso degli anni.
"Un'isola, un mondo" proclama lo slogan turistico della Reunion. In fondo è vero. Sui quaranta chilometri quadrati dell'isola è radunato un campione rappresentativo delle disuguaglianze tra i popoli dei cinque continenti. Un laboratorio dell'umanità. L'isola della Reunion è una terrazza posata sull'orlo del mondo per osservare il futuro del genere umano. All'ombra, con le infradito e un cocktail in mano.

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Commenti

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Vedo il buon gradimento di questa lettura. Conosco l'autore solo di fama e per le recensioni favorevoli che solitamente i suoi romanzi ricevono. Tu stesso nella recensione citi con elogio "Ninfee". Che possa essere quest'ultimo il libro con cui iniziare a conoscere lo scrittore francese?
In risposta ad un precedente commento
Vincenzo1972
01 Dicembre, 2018
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Certo Emilio, credo sia la scelta migliore.
Matelda
02 Settembre, 2019
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Recensione veramente notevole,Vincenzo: Grazie !
L'ambientazione del romanzo nell'isola di Reunion è veramente interessante., anche sul piano delle scelte stilistiche
. MA la macchinosa soluzione della vicenda che coinvolge i protagonisti lascia a desiderare parecchio sul piano della verisimiglianza
E infine i colpi di scena ad ogni pagina o quasi, sono per me un bombardamento ripetitivo e tedioso.
So di essere una voce stonata fuori dal coro encomiastico : purtroppo la penso così. Scusatemi.
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