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Delitti nel Diamond District di New York City.
Jeffery Deaver a quasi settant’anni pubblica il suo ennesimo giallo, una trama incalzante e sorprendente ove ancora una volta l’investigatore Lincoln Rhime e la sua assistente (e moglie) detective Amelia Sachs si fanno in quattro per scoprire l’autore ed i mandanti di inspiegabili delitti. L’ambiente è quello sofisticato e oscuro dei tagliatori di diamanti: il tutto inizia con un delitto nel Diamond District di New York, quartiere piuttosto vecchio e trasandato con gioiellerie dozzinali, ma dove risiedono ed operano anche artigiani che trattano magistralmente il prezioso minerale. Qui vengono trovati brutalmente assassinati, in un negozio, il proprietario, un anziano operatore del ramo, e due fidanzati casualmente presenti. Ha inizio una caccia all’uomo, le tracce non sono molte, un misterioso assicuratore si offre di dare una mano a Lincoln: la trama è complicata da esplosioni sotterranee ed incendi che simulano falsi terremoti e dal ritrovamento casuale di frammenti di kimberlite, una roccia ignea che contiene diamante e che, in seguito a eruzioni o movimenti tellurici, lo riporta dalla profondità della crosta terrestre in superficie. C’è un collegamento tra i delitti ed i sommovimenti terrestri newyorkesi ? Emerge forse una pista da seguire, può essere che compagnie diamantifere monopolizzanti il mercato (Russia, Sudafrica) vogliano impedire che vengano alla luce miniere di diamanti negli Stati Uniti. Lincoln e Amelia indagano in varie direzioni, soprattutto la Sachs che non esita a mettere a repentaglio la propria vita, quando rischia di finire travolta da un mare di fango o, peggio ancora, quando cade nelle mani dell’assassino e sta per essere brutalmente eliminata….
Ma ecco un colpo di scena: spunta un secondo assassino (mai fidarsi dei falsi collaboratori!), e la vicenda si fa sempre più emozionante. Sembra essere coinvolto infatti anche un losco trafficante messicano, a processo per una sparatoria con morti, che Lincoln riesce a smascherare. Finale a sorpresa: eliminati gli autori dei delitti, Lincoln Rhime viene contattato da un misterioso personaggio dalle abilità diaboliche (di cui non rivelerò il soprannome ma che i fan di Deaver conoscono bene) che invia, in lingua latina, oscuri messaggi di morte.
In conclusione, un giallo che emoziona con una trama narrativa che coinvolge un gran numero di personaggi e che non ha momenti di tregua. La storia ha, è vero, momenti drammatici un pò forzati, con soluzioni e strane coincidenze risolutrici che sfiorano l’inverosimile, ma tutto fa parte del gioco, soprattutto in un giallo che deve sorprendere per situazioni inattese e imprevedibili. Un dato positivo è la scomparsa delle famose tabelle riassuntive (e ripetitive) dei precedenti gialli di Deaver: portavano via inutilmente intere pagine, e dubito che fossero lette attentamente. Edificante è, nel contesto della vicenda poliziesca, la storia di una famiglia residente di immigrati indiani: il figlio, apprendista tagliatore di diamanti e testimone del delitto, è costretto a fuggire, nascondendosi di continuo. Alla fine sarà salvato da Amelia e riconsegnato ad un padre burbero che lo vuole “diamantaire”, ma che alla fine cederà al desiderio del figlio, immamorato di Michelangelo, di poter diventare scultore e di visitare Firenze. Deaver sembra sottolineare questa vicenda apparentemente secondaria nell’economia generale del thriller, tanto da introdurre il romanzo con le seguenti parole di Michelangelo:”Ho visto un angelo nel marmo e ho scolpito fino a liberarlo”.
Straripante infine il numero di collaboratori (la sua “squadra”) ai quali vanno i ringraziamenti dell’autore: ben trentasei, giustificati dalla complessità della storia narrata.