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Sharp Objects
 
Sharp Objects 2018-10-28 16:45:46 Vincenzo1972
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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    28 Ottobre, 2018
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L'amore malato

Camille Preaker è una giornalista del Chicago Daily Post. Giovane e bella, molto bella, fisico longilineo e viso dai lineamenti delicati, un fascino tuttavia che non diventa appariscenza anzi, tutt'altro, rimane occultato, coperto.
Vestiti lunghi sempre, per nascondere i segreti del suo corpo, riflessi incondizionati del suo tormento interiore. Vive a Chicago, in un piccolo monolocale, completamente sola, niente piante o animali di compagnia, presenza umana ridotta al minimo indispensabile da quando, otto anni prima, ha abbandonato Wind Gap, una cittadina dispersa nel Missouri dove è nata e vissuta sino all'età adolescenziale.
"Un agglomerato piccolo e soffocante in cui eri costretto ogni giorno ad imbatterti nelle persone che odiavi. Persone che sapevano tutto di te. Il tipo di posto che lascia il segno."
Lascia il segno. Dentro, e fuori. Sulla pelle.
Un posto asfissiante per Camille che non trova ossigeno nemmeno a casa propria, in famiglia: nata da genitori poco più che diciottenni, il padre, un ragazzo del Kentucky mai conosciuto, la madre Adora unica discendente della più ricca famiglia del luogo. Ed anche unica superstite, visto che dopo la scandalosa nascita di Camille i nonni materni muoiono per la vergogna ed Adora eredita casa e patrimonio oltre a conquistare l'affetto e l'ammirazione dei suoi concittadini per la determinazione e la premura con cui si occupa di Camille e della piccola Marian nata dal matrimonio riparatore di Adora con Alan, un uomo 'insipido, con la profondità di una lastra di vetro'.
Ma l'amore Di Adora verso Camille è malato, morboso, opprimente; ciò che agli occhi degli altri potrebbe sembrare frutto di un istinto materno protettivo e benevolo è in realtà la manifestazione di un egoistico desiderio di controllo totale sulla vita delle persone a lei più vicine.
Camille, però, avverte sin da ragazza qualcosa di strano nel comportamento della madre, una sensazione che non riesce a decifrare bene inizialmente perchè Adora rimane pur sempre sua madre e non è facile per Camille interpretare correttamente i suoi gesti, non è semplice percepire nelle sue carezze e nelle sue parole la differenza tra amore materno e amore verso se stessa.
E' stata la morte improvvisa della sorella Marian a soli 10 anni a spezzare definitivamente il già labile legame che ancora tratteneva Camille alla sua famiglia e a Wind Gap convincendola a trasferirsi il più lontano possibile, in città, a Chicago, iniziando così la sua carriera di giornalista.
Ma non è stata forse una saggia decisione quella di accettare l'incarico da parte del suo capo per una trasferta proprio a Wind Gap con l'obiettivo di raccogliere quante più informazioni possibili in merito alla crudele uccisione di una bambina del luogo a cui il killer ha strappato via tutti i denti per motivi ancora sconosciuti, un caso stranamente simile ad un altro assassinio altrettanto violento avvenuto qualche mese prima sempre a Wind Gap. Non è solo l'opportunità di scrivere un buon articolo che induce Camille ad accettare l'incarico; c'è anche un inspiegabile desiderio da parte sua di ritornare in quel luogo dopo così tanti anni per capire, per tentare di ricostruire alcuni eventi della sua adolescenza che sono come offuscati nella sua memoria, ricordi confusi e nebbiosi che inconsciamente ha provato a rimuovere senza mai riuscirci del tutto.
Ci sono ancora tracce della sua vita a Wind Gap che non sono state sepolte dal tempo e che esercitano su di lei un forte richiamo. Cosi come le tracce che lei ha lasciato sul suo corpo, sulla propria pelle, parole incise nella carne delle braccia, delle gambe, sul seno, sull'addome, ogni punto del suo corpo è ricoperto di parole che pulsano e vibrano nella pelle comme fossero vive, sveglie:
"Il fatto è, vedete.. sono una che si taglia. O, se preferite, che si incide, si tagliuzza, si affetta, si pugnala. Sono un caso molto, molto speciale. Perchè ho uno scopo. La mia pelle, dovete sapere, urla. E' coperta di parole - , , , - come se un intagliatore alle prime armi avesse imparato il mestiere sulla mia carne."
Segni, cicatrici, crepe nella pelle, parole soffocate dentro per lungo tempo che cercano di emergere, di essere urlate fuori. Perchè quelle parole nascondono una verità che non può essere più taciuta, una rabbia interiore che non può essere più frenata.
Gillian Flynn, dopo il grande successo editoriale de L'amore bugiardo, confeziona un altro thriller dalla forte connotazione psicologica: gli omicidi efferati delle due bambine di Wind Gap diventano a loro volta gli indizi della presenza di un mostro ben più crudele e subdolo del vero killer, una mente perversa cresciuta nell'odio che contamina e ammorba coloro che non riconoscono il suo amore malato, anche perchè troppo giovani per farlo.
Ed è un male che indirettamente sembra infettare proprio loro, le ragazze più giovani, le adolescenti, troppo inclini ad atteggiamenti violenti e di prevaricazione sulle compagne più deboli e smaniose di potere, di sentirsi desiderate ed ammirate, di avere tutto e subito, senza remore e senza inibizioni, pur essendo ragazzine di soli 13 anni.
E la causa, la fonte del male, è nella famiglia, in un rapporto malsano e venefico tra madre e figlie.
"Un bambino svezzato con il veleno considera il dolore un conforto."

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