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Il circolo Dante
 
Il circolo Dante 2018-10-03 08:34:18 Liebestraum
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Liebestraum Opinione inserita da Liebestraum    03 Ottobre, 2018
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Piacevole, ma non troppo

In una America appena uscita dall'incubo dell'orrenda, quanto terribile, guerra civile un gruppo di letterati insigni capeggiati da Longfellow, il primo poeta americano a divenire internazionale, fonda un circolo con l'intento di tradurre in lingua la divina commedia di Dante Alighieri. Da qui nasce l'inevitabile scontro con i "senatori" della Harvard University che, "protestanti ed estremamente conservatori", cercano di ostacolare in ogni modo l'ingresso dell'opera di Alighieri nel panorama letteraio americano. Fanno parte del circolo il poeta satirico Lowell, il poeta e medico Holmes, l'editore Fields, lo storico Green, più una serie di altri personaggi che di volta in volta animano la scena di questo insolito romanzo. Su questo sfondo di fatti storicamente accaduti in cui si muovono personaggi realmente esistiti, si innesta la invenzione romanzesca degli omicidi a sfondo dantesco. Il primo fra tutti è quello di un giudice rispettato e temuto che viene trovato morto e con il corpo orrendamente divorato da mosche carnivore ed abbandonato sotto l'insignificante insegna di un vessillo bianco. È chiara la rappresentazione del "contrappasso" che Dante, nella sua opera, riserva per gli ignavi ed in particolare per l'autore del c.d. "gran rifiuto". Gli altri omicidi, che qui non si rivelano per non guastare al lettore il gusto della lettura, seguono lo stesso schema: scegliere un peccatore che si sia macchiato in vita di un peccato che Dante menziona nella sua ascesa agli inferi ed impartire allo stesso la pena corrispondente.
La polizia guidata dal capo Kurtz e dall'agente Ray brancola nel buio più totale in quanto non possono certo immaginare che dietro ai sinistri omicidi si celi un disegno visionario e terribile che si ricollega al grande autore fiorentino, di cui in america, ancora non si è mai sentito parlare. Tuttavia agli autorevoli membri del Circolo, ciò non sfugge ed iniziano per conto loro una indagine che, dopo mille pericoli e colpi di scena li porterà alla soluzione.
Il romanzo è certamente un buon romanzo. Ben scritto e abilmente miscelato tra storia e finzione. Tuttavia ciò che più colpisce nel romanzo stesso è la descrizione della fumosa e spietata Boston del 1865. Colpisce molto lo scontro, perfettamente tratteggiato, tra la rigida mentalità dei "senatori" universitari e la brillante mente dei poeti che cercano di introdurre Dante in America. I personaggi sono tutti tratteggiati con estrema precisione, e non poteva essere altrimenti considerato che si tratta di personaggi realmente esistiti. Tuttavia va il merito all'autore di aver saputo mantenere anche nelle parti di pura finzione narrativa l'indole e le caratteristiche del personaggio. Tra tutti i personaggi quello che certamente suscita maggior curiosità è l'agente Ray. È un mulatto. E subisce su di sé, malgrado sia un poliziotto, tutte le implicazioni della sua condizione di "negro" nell'america post guerra civile. È comunque il personaggio che ispira più fiducia, quello che nel romanzo e nella morale sottesa ad esso incarna l'ideale del buon agente di colore, un ideale adesso onnipresente sia in letteratura che nel cinema. Anche in questo caso va all'autore il merito di aver saputo inventare con l'agente Ray un personaggio che dà alla storia maggior rilievo storico in quanto è culmine di tutti gli stridori sociali presenti in america in quegli anni del XIX secolo.
Probabilmente, la parte della storia che più sembra deludere è proprio la soluzione finale. Il substrato psicologico sotteso ai delitti sembra troppo tortuoso ed ambizioso per la mente del killer. È comunque una pecca, se così si può chiamare, che può essere perdonata riflettendo su tutto lo schema del romanzo e sulla finezza con cui l'autore, fin dalle prime pagine ci indica chi sia l'assassino senza però rivelarcelo appieno.
Ancora la figura di Dante è ovviante presente ma solo a livello nozionistico ed estremamente epidermico. Non si può, quindi, condividere l'entusiasmo di molti nell'affermare che tale romanzo sia altresì "un ripasso di letteratura". La figura di Dante c'è perché è della sua "comedia" che si parla. Ma lungi dagli intenti del romanzo quelli di dare lezioni di letteratura italiana. Se fosse questo lo scopo, allora il romanzo potrebbe benissimo essere considerato un fallimento.
L'intero romanzo si divide in tre parti che l'autore chiama suggestivamente "cantiche" delle tre la prima è la più dura da terminare. Ritmo lento e dialoghi a volte troppo stucchevoli. La seconda e la terza sono invece più scorrevoli e dinamiche, ma tuttavia anche la terza sul finire assume la connotazione della lentezza e della staticità. Un po' il contrario dell'opera dantesca in cui la prima cantica (l'inferno) è unanimemente riconosciuta come la più affascinante e scorrevole. Mentre le altre due, man mano che ci si avvicina la cielo, divengono più filosofiche e quindi meno immediate. Che sia stata una precisa scelta dell'autore? Se così è, complimenti per l'acume dimostrato.
Un ultima notazione: forse lo scritto è troppo lungo. Qualche pagina in meno avrebbe certamente reso la lettura più agevole. A volte ci sono troppi sconfinamenti nell'io di ogni singolo personaggi, indagini sui pensieri intimi e sulle sensazioni che - ove non ci fossero stati - avrebbero certo tolto qualcosina alla realtà del personaggio ma l'agilità narrativa ne avrebbe sicuramente guadagnato. Quest'ultima notazione, tuttavia, deve leggersi alla luce della considerazione che si tratta del primo romanzo di questo autore, il quale dotato e geniale per quanto possa essere, si abbandona sovente, durante la scrittura, ad ampollosi giri di parole e discorsi che finiscono con l'essere una propria autocelebrazione.
Infine due notizie su questo autore, un ventisettenne di grandi ambizioni e cultura, per come ha dimostrato già con questo suo primo romanzo, è uno studioso di Dante laureatosi ad Harvard con il massimo dei voti nel 1997.

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