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Barlow, un Dracula post-moderno, ma altrettanto cr
Ribadisco ancora una volta che sono di parte, Stephen King è il mio scrittore preferito.
Detto questo mi chiedo: ma si può non amare un libro che parla di vampiri, la cui storia, le cui ambientazioni e la sensazione di orrore che ne deriva sono seconde solo al capolavoro di Bram Stoker, Dracula?
Ebbene si.
Le Notti di Salem, inutile nasconderlo strizza un occhio (e forse qualcosa in più) al romanzo di Stoker, ma riesce a coglierne l'essenza più profonda, la fa propria e la dipana lungo le pagine del romanzo che, grazie alla grandiosa tecnica narrativa del Re, avviluppano il lettore in una spira soffocante al punto che si vorrebbe smettere di leggere (si fa per dire) ma è impossibile farlo.
I personaggi sono caratterizzati minuziosamente, così come è solito fare Stephen King. La storia è ben scandita e superbamente raccontata, del resto la prosa di King (che qui è al suo secondo impegno dopo il successo di Carrie) è una prosa che nasce già matura. Le ambientazioni sono descritte con dovizia di particolari e sembra quasi, per il lettore, di riuscire a passeggiare per le strade deserte e spettrali di una Salem avvinghiata dal male più puro.
Consiglio vivamente la lettura di questo libro per riscoprire la piacevolezza di un genere letterario (quello dell'Horror-vampiresco) che, purtroppo, in questi ultimi anni ha conosciuto un'inflazione così diffusa da rendere il Vampiro un personaggio smidollato e quasi amabile. Ma non è così Il Vampiro è un essere cattivo, vive di sangue e di morte e non prova amore ma solo un letale istinto di sopravvivenza che si chbiama sete di sangue. E King lo sa. Lo sa bene. Ed in questo romanzo, che può ben definirsi un capolavoro, riesce con Barlow a creare un emulo di Dracula che per nulla sfigura innanzi al suo illustre predecessore.