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Nei dettagli si nasconde il male
I corpi di due amanti vengono ritrovati riversi su una spiaggia isolata nel Ky?sh?, isola più meridionale del Giappone. I corpi vicini, appena sfiorati dalle onde del mare, incrostati di sabbia e impiastrati di salsedine, lasciano pensare al triste epilogo di una impossibile storia d’amore. La curiosa commistione di cute cianotica e rosea, l’odore di mandorla che emana da una fiala lasciata vicino ai cadaveri, lascia pochi dubbi sulla causa della morte: avvelenamento da cianuro. Le indagini, presto chiuse, resteranno aperte per Torigai, ispettore prossimo alla pensione, e per la polizia di Tokyo, alla ricerca del motivo per cui due giovani hanno cercato la morte a migliaia di chilometri dalla capitale. La ricerca serrata porterà a scoprire le fangose trame della burocrazia nipponica, i giochi di potere e gli enormi interessi che queste morti nascondono. ?Carattere peculiare di questo romanzo, il cui titolo originale è Ten to sen, “Linee e punti”, è l’ossessivo riferimento ai treni giapponesi, alla loro impassibile puntualità, ai rigidi orari con cui essi arrivano e partono tra un estremo e l’altro del Giappone. Il piano lucidissimo, glaciale e logico che sottende al delitto si dipana come una tela dalle maglie strettissime nei numeri e negli ideogrammi delle linee ferroviarie, alla ricerca dell’incastro perfetto, di una manciata di minuti su cui si gioca il labile confine fra colpa e innocenza. ??
Quando Matsumoto Seicho pubblica questo romanzo, ridando vita al giallo giapponese, l’attenzione spasmodica dedicata ai treni e i riferimenti agli aerei e alle nuove possibilità di trasporto affascina il suo pubblico con la possibilità tutta novecentesca di spostarsi in poche ore da un capo all’altro dei 3500km di isole nipponiche. Forse in nessuna altra nazione sarebbe stato possibile scrivere un giallo tanto rendicontato, senza sbavature, in nessun altro paese una mente diabolica avrebbe potuto orchestrare con altrettanta ferocia e sicurezza un piano dalla consistenza glaciale. Semplicemente perché nessun altro paese è preciso come il Giappone. Senza scomodare il paragone con Simenon, Seicho si dimostra un buon giallista e architetta un libro affascinante, conciso e sicuramente intrigante. Il romanzo è però appesantito da tecnicismi ferroviari, confuse distanze geografiche (per un lettore italiano!), dalla tendenza tutta orientale di sgonfiare la trama sul finale. Così in una sorta di climax al contrario l’epilogo arriva spento e disinnesca la tensione accumulata. Detto altrimenti, un buon giallo, non supportato però da un’altrettanta buona scrittura e la cui superficie risulta essere minacciata dalle crepe del tempo. Un plauso ad Adelphi per aver comunque svincolato il testo dalle collane gialle, restituendogli la dignità e la fortuna che esso ha avuto in patria.
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