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LA FRAGILITA' DELLA MENTE UMANA
Dopo aver conosciuto l’autrice alla presentazione del suo libro a Mestre, ho avuto una sorta di blocco del lettore verso questo thriller.
Mi incuriosiva ma per qualche motivo non sono mai riuscita a leggerlo.
E poi è arrivato agosto un mese a mio avviso un po’ strano, dove tutti (o quasi) sono in ferie, dove le aziende si fermano e tutti si riversano al mare. Non lo amo particolarmente.
Nonostante questo ho iniziato con entusiasmo questo thriller psicologico, la protagonista è Cass una giovane trentenne che fa l’insegnante e che si sta preparando per ritornare a scuola dopo le ferie estive.
Il periodo in cui l’autrice ha ambientato il libro è lo stesso in cui l’ho letto, questa scelta per me è stata del tutto casuale ma certamente azzeccata.
Cass è sposata con Matthew e sembra che la loro vita prosegua in maniera del tutto tranquilla, fino a che una sera di ritorno da una festa, la donna vivrà un evento che le cambierà la vita.
Quella sera il tempo non era dei migliori e nonostante tutte le raccomandazioni del marito, Cass decide di usare la scorciatoia, attraverso i boschi per andare a casa, ma in una piazzola di sosta vede una donna dentro un auto, vorrebbe andarla ad aiutare ma decide di non farlo. Ha troppa paura che le succeda qualcosa e decide di non scendere dall’auto.
Cass riesce, con non poche difficoltà, a tornare a casa ma l’indomani apprende una terribile notizia, una donna è stata ritrovata senza vita proprio in quella piazzola di sosta, dove la sera precedente lei si era fermata per capire cosa fosse successo.
E oltre a questo riconosce la donna, era una sua conoscente ed erano anche andate a pranzo insieme qualche settimana prima.
Da quel momento per Cass inizia un incubo, però non racconta né al marito, né alla sua migliore amica Rachel, quello che aveva visto la sera precedete anche se è tormentata dai sensi di colpa, forse lei poteva veramente salvare la vita a quella donna.
Inoltre, crede che l’assassino l’abbia in qualche modo vista e la perseguiti e inizia a dimenticarsi le cose, gli appuntamenti e la sua vita crolla.
La donna pensa di soffrire di demenza precoce, la stessa malattia di cui la madre era affetta, la sua vita non è più una vita, è prigioniera di se stessa e di tutto quello che crede di vedere. Perfino il suo lavoro è a rischio, non riesce a concentrarsi e a rispettare le scadenze per l’inizio dell’anno scolastico.
Non si sente sicura in casa sua, riceve delle telefonate mute da un numero sconosciuto, ogni rumore la fa sussultare e non riesce a fidarsi nemmeno di se stessa.
Decide anche di vedere uno psichiatra che le consiglia di prendere alcuni farmaci, che però la intontiscono e peggiorano la situazione. Cass non è più lucida e qualcosa intorno a lei sta iniziando a sgretolarsi.
Matthew è un marito molto attento e comprensivo, alcune volte mi sono stupita di quanto abbia sopportato questa situazione e di quanto abbia sempre cercato di capire sua moglie e di aiutarla.
Nemmeno l’amica Rachel è da meno, sempre pronta a confortare e ascoltare la donna.
Cass è piena di sensi di colpa perché poteva aiutare in qualche modo quella donna ma non lo ha fatto, alla fine decide anche di dire almeno alla polizia quello che aveva visto, anche se lo fa in maniera anonima.
La donna ormai quasi completamente fuori controllo rintraccia il marito della vittima e gli fa visita chiedendo perdono per quello che lei ha fatto.
E poi succede qualcosa di inaspettato che cambia le carte in tavola.
Un thriller psicologico davvero ben scritto e che riesce a ingannare il lettore, su quelli che sono gli sviluppi della trama. Quello che mi ha stupito in positivo è la ricerca psicologica dietro il personaggio di Cass, ci scontriamo con ogni sua paura, speranza, timore e riusciamo a conoscerla attraverso i suoi punti di forza e le sue fragilità.
In questo l’autrice mi ha conquistata perché credo che un thriller psicologico sia sostenuto principalmente dal protagonista e in questo caso entriamo non solo nella vita quotidiana di Cass, ma anche nella sua sfera personale riuscendo a capire le sue scelte e anche i suoi comportamenti.
Lo stile dell’autrice è pulito e lineare, la storia appassiona e coinvolge, il lettore può intuire qualcosa nei risvolti del finale ma le dinamiche sono ben diverse da quello che si può pensare durante la lettura.
Il thriller psicologico è un genere che si sta ampiamente diffondendo in questi ultimi anni ma non sempre quello che leggiamo soddisfa le nostre aspettative su questo genere, credo che B.A. Paris sia riuscita a creare una storia che tiene con il fiato sospeso il lettore, che non intuisce cosa succederà ma soprattutto non capisce chi sia veramente il colpevole.
“A chi puoi credere, se non ti fidi più neanche di te stessa”, questa credo sia la migliore frase per riassumere il libro, una vera e propria full immersion sulle varie sfaccettature del lato più interiore e profondo di noi stessi, sulle nostre paure e sulle nostre fragilità.