Dettagli Recensione
Piuttosto noioso
Negli ultimi tempi mi imbatto spesso nel nome di Simon Beckett. È certamente un autore sulla cresta dell'onda, abbastanza da generare curiosità; per cui, quando si è trattato di scegliere l'opera da recensire, la mia curiosità mi ha lasciato pochi dubbi.
Dannazione.
Questo libro mi ha piuttosto deluso, per vari motivi. In primis avrebbe dovuto essere un thriller, ma lo diventa soltanto nell'ultimo terzo di storia: prima dobbiamo sciropparci l'eterna indecisione della protagonista (con la quale non ho empatizzato), che tergiversa sulle sue decisioni per pagine e pagine e finisce sempre per prendere quella sbagliata. Secondo aspetto, molte cose, a livello narrativo non reggono, e ci sono diversi avvenimenti inverosimili che lasciano alquanto straniti (protagonista cosparsa di benzina che, in una casa in fiamme, ne esce viva; ma non solo questo).
Purtroppo questa storia non riesce a intrigare, si sofferma all'infinito sulla decisione della protagonista sull'eventualità di procedere all'inseminazione artificiale; da chi prendere il seme, finendo poi per fare una scelta totalmente assurda; come conseguenza di questa scelta assurda, un altro tempo infinito per scegliere se tenere il bambino o meno. Tutti i personaggi si comportano in modo strano: la protagonista prende delle decisioni del tutto insensate; la sua migliore amica tutto sembra tranne che la sua migliore amica; il personaggio che dovrebbe essere il "killer" (piuttosto atipico)... beh, lasciamo stare.
L'unica cosa che mi è piaciuta abbastanza sono le riflessioni che scaturiscono nel lettore riguardo l'aborto.
Non c'è coinvolgimento, non c'è modo di appassionarsi nemmeno quando la storia si trasforma (quasi) in un thriller... insomma, mi ha piuttosto deluso. La piacevolezza ha due stelline, non perché non sia scorrevole, ma perché questo romanzo non riesce a coinvolgere né ad appassionare.
Kate è una donna in carriera, che lavora nel campo delle comunicazioni e della pubblicità. La storia ha inizio con la vincita di una commessa che può cambiarle la vita, una commessa vinta a discapito del suo ex fidanzato, impiegato in un'altra azienda. Un altro psicopatico, che ha un evoluzione piuttosto inverosimile. Scottata dall'esperienza precedente con questo ex, Kate non è il tipo di donna che vuole ripetere l'esperienza, ma non nasconde il suo desiderio di fare un figlio.
Ma come avere un figlio senza il rapporto matrimoniale necessario? Kate si imbatte nella risposta del tutto casualmente, su una rivista, e la risposta è... fecondazione assistita. Le strutture che offrono questo servizio si avvalgono di donatori anonimi, ma questo non pare soddisfare Kate. Allora qual è la scelta? Mettere un annuncio sui giornali, sperando che qualche sconosciuto risponda. Lo sconosciuto si presenta e sembra talmente carino da far pensare: "ma davvero c'è bisogno della fecondazione assistita?" Peccato che per giungere a questa conclusione la protagonista abbia bisogno di elucubrazioni infinite che portano il lettore quasi allo sfinimento... come è ovvio che sia, questo sconosciuto si rivelerà tutto meno quello che sembra.
Una domanda sorge spontanea: ma l'adozione? (Ovviamente non sarebbe esistito il libro in questo caso, è soltanto per ironizzare sull'infinito tergiversare di Kate)
Simon Beckett, rimandato!
"Alcuni momenti bruciano nella mente per sempre."
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Commenti
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come sempre, non escludo che a qualcuno questo libro possa piacere. Tuttavia, devo dire che mi ha lasciato davvero poco, pur essendo un titolo d'intrattenimento a cui non si danno altissime aspettative.
Vale.
io ho appena letto "Scritto nelle ossa" di Beckett. Credo sia nettamente superiore a quello da te recensito qui (l'ambientazione in particolare è bellissima) ma, in effetti, mi ha lasciato qualche perplessità, legata soprattutto al ritmo narrativo e a certe forzature nell'intreccio.
Da questo, letto il tuo commento, mi terrò invece alla larga :-)
Ciao,
Manu
guarda io lascio sempre il beneficio del dubbio, perché è ovvio che quello che rientra nei miei gusti può rientrare in quelli di qualcun altro. Tuttavia, leggendo qualche recensione in giro, qualcuno ha sollevato le mie stesse perplessità, che si rivelano dunque non del tutto infondate.
Le stesse recensioni di cui parlo, si rivolgono in maniera favorevole nei confronti del romanzo di cui parli tu, dunque deve essere buono. Vedremo se un giorno lo leggerò! :)
Vale.
non mi piace accantonare un autore alla prima esperienza negativa. Per esempio (anche se il paragone è impossibile e il genere molto diverso), se avessi accantonato McCarthy avendo letto per primo "Meridiano di Sangue", adesso avrei un altro autore preferito e di suo non avrei letto altro.
Di certo però, un'esperienza negativa può posticipare anche in maniera considerevole la seconda lettura...
Vale.
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