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Assalto francese e ritirata spagnola
Un romanzo dal filo conduttore insolitamente diverso. Come nelle più classiche trame del tenente Colombo, sin dall'inizio il lettore è a conoscenza sia dell'assassino, sia del movente. L'interesse si sposta quindi sulle indagini, ma come si noterà, tutto questo è a scapito della suspense.
L'idea è molto interessante ed anche l'inizio è intrigante ma per me è un fuoco di paglia. L'interesse si spegne man mano che le pagine scorrono e quello che resta è la disquisizione filosofica sulla vita e la morte. Il concetto di morte ravvicinata e vita ultraterrena, sebbene sia interessante e stimolante, è un argomento difficile da affrontare e l'autore non sembra però lasciare troppo spazio che dedica all'azione ed allo svolgimento delle indagini.
L'assunzione della bliss provoca un'esperienza extra corporea che porta, chi l'assume, al confine del tunnel che separa il mondo dei morti da quello dei vivi.
Probabilmente questo può funzionare con chi fortemente crede nell'aldilà ed è probabile che l'allucinazione funzioni anche su atei, ma questo perché la luce in fondo al tunnel è una rappresentazione che ormai è entrata nell'immaginario comune. Funzionerà anche con persone prese dall'altra parte del mondo che non hanno subito questa l'influenza occidentale?
E semmai fosse vero, mi domando "Quando sarò morto passerò tutto il tempo all'estremo del tunnel in attesa che qualche parente venga a farmi visita?".
E' il nono romanzo di Glenn Cooper che leggo e, nonostante insista col tema della morte – a cui sembra particolarmente affezionato - , l'unica opera degna di nota resta, secondo la mia modesta opinione, la tetralogia del "La biblioteca dei morti".