Dettagli Recensione
La Seconda Guerra Mondiale negli anni Duemila
Dogana di Alnabru, 1 Novembre 1999.
Harry Hole, coadiuvato dalla collega Ellen Gjelten, fa parte del comitato di sicurezza per un vertice internazionale, quando una crisi diplomatica fra USA e Norvegia e il ritrovamento di alcuni bossoli di un fucile di precisione Marklin sui monti intorno a Oslo aprono scenari completamente inaspettati nell'indagine su un presunto traffico di armi negli ambienti neonazisti.
Si riaffonda così negli anni Quaranta, dove cinque giovani combattenti norvegesi impegnati sul fronte russo escono dal conflitto internazionale con la pesante accusa di alto tradimento. Trascorso oltre mezzo secolo da allora, alcuni di essi vengono ritrovati morti in circostanze tutt'altro che chiare e con la firma autentica del Marklin: Harry capisce che dietro gli omicidi c'è una macchinazione tanto articolata quanto assetata di sangue, e che qualcuno ha conservato il piatto freddo delle vendette e delle ritorsioni per servirlo proprio nell'attuale presente.
Siamo di fronte a una battaglia spietata, a cavallo tra la Norvegia di oggi e una gelida Leningrado di sessant'anni addietro, in cui le lotte, le violenze e i massacri rimangono punti fermi e irremovibili. Un contesto di guerra e tensioni nel quale lo stesso protagonista muove le proprie fila, in uno scontro dove persino i suoi sentimenti verranno sottoposti alla dura prova della trincea. Il tutto mentre, fra le mine antiuomo e un conclamato disturbo di personalità multipla, nascono due fiori, figure di altrettanti risvolti romantici; in fondo, 'Sopporto bene il dolore. Devo solo avere qualcosa che mi permetta di rimanere lucido, che mi permetta di pensare e di comportarmi in modo razionale.'.
La struttura stilistica si presenta ambivalente e di difficile inquadratura, con caratterizzazioni ricche di enfasi e pathos alternate a momenti di stagnante e asciutto piattume dei quali si potrebbe fare addirittura a meno senza inficiarne sulla lettura e sulla comprensione del testo, mentre l'intreccio narrativo è dominato dalla tecnica del parallelismo, che scompone i concetti di spazio-tempo su molteplici livelli ivi inserire un (anti)eroe solitario e il suo antagonista, un serial killer professionista le cui radici affondano nella seconda guerra mondiale.
Interessante la scelta di circuire il lettore proponendo un finale abbastanza scontato già a partire dalla prima parte del romanzo, per poi cambiare le carte in tavola grazie a sottintesi quasi trascurabili e a minuzie descrittive che richiedono un'attenzione chirurgica per essere carpite.
Rimane, tuttavia, la pecca di una conclusione un po' sbrigativa rispetto alla complessità costruttiva dell'antefatto e del corpo della narrazione, ma quantomeno non vengono fugate tutte le perplessità e le domande del lettore: l'intento è di procrastinare quest'incombenza ai capitoli successivi della saga, 'costringendo' il pubblico (non suo malgrado) a non abbandonarla prematuramente.