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La scatola dei bottoni di Gwendy
 
La scatola dei bottoni di Gwendy 2018-07-01 04:06:13 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    01 Luglio, 2018
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Quel concetto meravigliosamente spietato

Quel concetto meravigliosamente spietato

22/8/1974, è il giorno di un incontro inquietante per l’adolescente Gwendy (“Come fanno i pedofili più furbi, presume lei. Entra nella mia tana, disse il ragno alla mosca”) con un misterioso signore dal cappello nero (“Qualcuno si è burlato di te per il tuo peso, il tuo fisico o entrambi…”), che ben conosce il problema principale della ragazza (“Un compagno di scuola, Frankie Stone, ha cominciato a chiamarmi Goodyear. Come il… dirigibile”).

Il regalo è una scatola (“I piccoli bottoni sopra, sei in gruppi di due e uno alle estremità. Otto in totale”), che sembra magica (“Tutto quello che esce da qui è tuo, i cioccolatini e le monete, perché la scatola ti appartiene”) e per questo va custodita in gran segreto (“I segreti rappresentano un problema, forse il maggiore di tutti. Sono un peso per la mente e occupano spazio nel mondo reale”).

La fiaba scorre tra la tentazione horror, la vocazione etica (“E se lei avesse un bottone… magico e schiacciandolo potesse ammazzare qualcuno o farlo scomparire, oppure far saltare in aria un posto… quale persona e quale posto sceglierebbe?”) e la metafora politica (“Nixon ne ha uno, come anche Breznev e alcuni altri”). E con un dilemma sullo sfondo: riuscirà Gwendy a utilizzare in modo corretto lo straordinario potere che le è stato affidato?

Giudizio finale: moralistico, buonista e scaltro.

Bruno Elpis

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Commenti

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Ciao Bruno, lo sto leggendo ora è sono d'accordo con te.
Bruno, da un po' di tempo leggo valutazioni poco entusiastiche su questo autore un tempo assai acclamato. Questo è un dato di fatto.
M'incuriosisce l'attribuzione di moralismo. Certo gli 'ismi' vanno guardati sempre con qualche sospetto. Però mi pare che talvolta si sposti un po' arbitrariamente il fragile confine fra morale e moralistico. Non intendo riferirmi a te : non conosco il libro. Però, ad esempio, considero Durrenmat un grande scrittore moralista, ovviamente nell'alta accezione del termine.
Ciao Simona, ciao Emilio.
@ Emilio: naturalmente, nel mio commento, il termine "moralistico" non ha l'accezione elevata che tu hai descritto...
L'ho capito bene, Bruno!
Ciao.
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