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Una lettura "particolare"
Kike Ferrari, prima cameriere, panettiere, poi il viaggio verso gli States in cerca di fortuna. Ora lavora in una stazione della metropolitana di Buenos Aires e nella sua vita pare esserci un posto preponderante per la letteratura. Da lontano sembrano mosche è il suo terzo romanzo.
Tutto inizia con il ritratto di un uomo ricco, spietato, cocainomane, privo di qualunque morale, che con il suo bolide fiammante sfreccia lungo le strade di Buenos Aires. Ma come chiunque fora una gomma, per questo con fare arrogante e stizzito apre il bagagliaio dell’auto. E lì…una sorpresa! C’è il cadavere di un uomo brutalmente assassinato. Da in quel momento in poi inizia una discesa agli inferi, più biechi ed intrisi di violenza mai visti.
Un libro violento, che vuole dimostrare come il paese dell’autore sia ancora per molti versi legato ad un passato disastroso e privo di legalità. Il testo richiama spesso Borges fin dal titolo, per un racconto nero che non mi ha particolarmente entusiasmato. Che contiene, però, grandi ed importanti riferimenti letterari e di rimandi alla storia argentina degli ultimi quarant’anni. Una lettura “particolare”.
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- sì
- no