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Alle fonti del Nilo
Non sono certo in grado di scrivere una "recensione", ma da lettrice appassionata di libri di ogni genere ( tranne il fantasy ) e, in particolare, dei romanzi di Wilburn Smith, mi sento in diritto di esprimere la mia delusione riguardo a "i figli del Nilo"; confrontato col capolavoro " Il Dio del fiume " e col divertente ( ma comunque meno affascinante ) " il settimo papiro " quest'ultimo libro sulla saga dell'Egitto sembra scritto da un'altra persona...e in realtà spero che sia così, perchè un'autore non può screditare così un personaggio affascinante come il mago Taita!!! In questo romanzo rimane solo il nome del protagonista e alcuni riferimenti alle vicende passate a ricordare un legame con la regina Lostris e l'Egitto, per il resto si sfocia nel ridicolo con l'esagerato uso delle arti magiche che rasentano la fantascienza. Naturalmente lo stile di Smith è sempre quello, per cui la suspance e i colpi di scena fanno sì che il libro si legga, e quasi volentieri, ma il buon Taita doveva lasciarlo stare lì, come il misterioso e quasi dispettoso mago ma comunque essere umano, che appariva ne " il settimo papiro "...io lo sconsiglio, insieme a " i figli del Nilo " a chiunque si sia innamorato di Tanus e Lostris!!!
Ciuao, Paola