Dettagli Recensione

 
La settima funzione del linguaggio
 
La settima funzione del linguaggio 2018-05-31 17:42:19 ornella donna
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
ornella donna Opinione inserita da ornella donna    31 Mag, 2018
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Un colto thriller filosofico

Laurrent Binet, classe 1972, nel 2010 si è aggiudicato il prestigioso premio Prix Goucourt du Premier Roman con il suo primo romanzo HHhH (Einaudi). Ora scrive La settima funzione del linguaggio.

La settima funzione del linguaggio è un gioco narrativo molto divertente ed appassionante, sia per l’idea che per lo stile del narrato. L’autore usa personaggi e fatti realmente esistiti, stravolgendo, però, il corso della storia con un ottimo esercizio di fantasia. E per far questo si serve del genere giallo; ottenendo, così operando, di tenere il lettore incollato alla lettura.

Si inizia dal febbraio 1980, giorno in cui Roland Barthes viene investito da un furgone di una lavanderia, appena dopo essere stato a pranzo con Francois Mitterand. Le conseguenze dell’incidente conducono il semiologo alla morte. Il commissario Jacques Bayard è convinto che non si tratti di una fatalità e inizia così una sua personale e serrata indagine tra intellettuali e politici. Ad aiutarlo c’è un giovane e mite professore di semiologia: Simon Herzog. I due, una coppia alquanto mal assortita, seguono la pista dell’intrigo internazionale. Incontrano persone straordinarie, quali: Umberto Eco, Michel Foucault, Jean-Paul Sartre, Gilles Deleuze. Ma non solo: spie russe, bulgare, giapponesi. L’obiettivo è di capire il perché della sottrazione dei documenti che Barthes aveva con sé. Forse determinante è stata la sua scoperta: la settima funzione del linguaggio, un’aggiunta alle sei funzioni linguistiche teorizzate da Roman Jakobson, che permetterebbe di evocare il più grande potere dell’oralità: quello della persuasione.

Il vero protagonista di questo testo è la storia del linguaggio, che qui diventa la metafora del potere assoluto, come dichiarato dallo steso Binet in una intervista, perché:

“Il linguaggio è l’arma del potere assoluto e la fantasia è il pensare di poterla possedere.”.

Un romanzo geniale e brillantissimo, ironico e satirico, quanto profondo e coltissimo.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Per sempre
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Lo spirito bambino
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Fumana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Liberata
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Lo sbirro, il detective e l'antiquario
L'ora blu
Morte in Alabama
Malempin
La mano dell'orologiaio
Omicidio in biblioteca
Tragedia in tre atti
Cavie
Ali di vetro
Le lupe
La violenza dei vinti
Appuntamento fatale
Qualcun altro
Il misterioso caso degli angeli di Alperton
I fantasmi dell'isola
La porta