Dettagli Recensione
la strana scomparsa di una giornalista
Joel Dicker, nato a Ginevra nel 1985, ha pubblicato La verità sul caso Harry Quebert, Gli ultimi giorni dei nostri padri, Il libro dei Baltimore. Ora torna in libreria con un poderoso libro dal titolo: La scomparsa di Stephanie Mailer.
Un libro giallo, ma non solo, piuttosto corposo (più di settecento pagine), che ho letto con interesse e curiosità, che non mi ha mai stancato, grazie alla capacità straordinaria dell’autore che riesce sempre a sorprendere e a creare il giusto tempo dell’attesa. Presentato nel recente Salone del Libro di Torino, Joel Dicker ha dichiarato che con questo libro lui vuole dimostrare che:
“La verità non esiste e la funzione è solo un gioco della realtà”.
La vicenda si svolge ad Orphea, una città immaginaria degli Hamptons, alle porte di New York. Una cittadina tranquilla, la cui quiete viene bruscamente interrotta una notte del 30 luglio 1994, in cui:
“Quadruplice omicidio a Orphea: il sindaco e la sua famiglia assassinati. Sabato sera il sindaco di Orphea, Joseph Gordon, sua moglie e il figlio di 10 anni sono stati trucidati nella loro casa. La quarta vittima è Meghan Padalin, di 32 anni. Quest’ultima, che al momento dei fatti stava facendo jogging, deve avere assistito per caso alla scena ed è stata freddata in piena strada, davanti alla casa del sindaco.”
Molti anni dopo il detective incaricato di seguire il caso, Jesse Rosenberg, sta per abbandonare il lavoro per andare in pensione. Durante i festeggiamenti viene avvicinato da una giornalista dell’Orphea Chronicle, Stephanie Mailer, la quale gli comunica che :
“Secondo lei, nel 1994 abbiamo preso un granchio. Dice che nell’indagine ci è sfuggito qualcosa e abbiamo sbagliato il colpevole. (…) Che la risposta era sotto i nostri occhi e non l’abbiamo vista.”
All’epoca era stato incriminato un ricco ristoratore, Ted Tennenbaum. Purtroppo dopo averne fatto la sua conoscenza, della donna se ne perdono completamente le tracce. Trovare l’assassino e scoprire che fine ha fatto Stephanie diventa una questione principale per gli investigatori, soprattutto per Anna Kanner, nuova vicecomandante
“arrivata a Orphea sabato 14 settembre 2013. (…) Davanti a me si schiudeva una nuova esistenza. Gli unici reperti della mia vita precedente erano i mobili che avevo fatto portare da New York.”.
Sullo sfondo ci sono i preparativi per una nuova edizione del festival teatrale, le manovre politiche dei politici locali, i problemi personali e familiari dei tanti personaggi coinvolti nelle indagini parallele, fino al momento in cui si stabiliscono improbabili e turbolenti collegamenti tra passato e presente. Affascinante è la descrizione dei complessi rapporti che legano le persone che abitano e formano la piccola comunità, intessuti di rivalità, invidie, adulteri, sentimenti di odio, di rivalsa e di vendetta.
Il libro e la sua narrazione sono tese, mozzafiato e sorprendenti nelle sue conclusioni. Lo stile di scrittura è fresco, frizzante, non si perde in inutili digressioni. La curiosità è continuamente sollecitata, e l’intreccio ben congegnato e costruito inchioda il lettore in una lettura forsennata. Una vera e propria discesa negli inferi di una notte buia, attorno al quale ruota una trama densissima e corposa.