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Ironia della sorte
Ho letto questo libro conoscendone la fama e quindi con un'alta aspettativa che è stata pienamente soddisfatta.
La storia mi fa venire in mente la canzone "Stan" di Eminem dove un fan sfegatato del cantante si spinge ben oltre i limiti del consentito.
Misery è l'eroina dello scrittore Paul Sheldon, a cui ha donato popolarità e successo. Dopo una serie di volumi tuttavia lo stesso Paul si sente intrappolato dalla sua stessa creatura e decide di farla morire nel suo ultimo romanzo.
Paul ha chiaramente bisogno di un cambiamento che non tarderà a presentarsi il giorno in cui esce fuori strada durante una tempesta di neve e la sua macchina viene catapultata sulla scarpata di una montagna. Per fortuna Anni Wilkes, una ex infermiera nonché sua fervida ammiratrice, passava di lì e lo trae in salvo portandolo a casa sua.
Paul non avrebbe comunque avuto possibilità di scelta perché sarebbe morto nella tempesta se non fosse stato scovato da Annie che al principio si mostra molto gentile ed efficiente nei suoi confronti. Pian piano però comincia a rendersi conto che c'è qualcosa che non va in quel donnone che abita da sola in una casa sperduta del Colorado. Annie è molto religiosa e si scandalizza udendo delle parolacce ma d'altra parte scatta in accessi d'ira furibondi quando la si contraddice o si fa qualcosa che non le sta bene. Quando viene a sapere che lo scrittore ha riservato una brutta fine per il suo personaggio preferito va su tutte le furie e la psicopatica che è in lei viene fuori. A questo punto Paul è terrorizzato e si vede senza scampo, ma è abbastanza intelligente da capire con chi ha a che fare e asseconda la sua salvatrice per quanto gli è possibile. Uscire da li è molto improbabile perché non è in grado di camminare e riesce a gestire il dolore delle gambe spezzate solo tramite il Novril, un farmaco che Annie gli somministra e da cui diventerà dipendente.
La dipendenza da farmaci rientra spesso nelle storie di King come ad esempio ne "L'incendiaria", visto che lo stesso Stephen ha dovuto combattere contro di essa nella sua vita reale e probabilmente Misery rappresenta una delle sue paure da scrittore di best seller che è divenuto al momento in cui lo scrive.
Raccontare una storia ambientata interamente in una casa non sembrerebbe una facile impresa ma King ci riesce e la descrizione della casa ci fa capire molto della proprietaria Annie. Alle porte ci sono serrature e chiavistelli di ultima generazione e in salotto un album di ritagli racchiude tutte le misfatte compiute dall'ex infermiera che a dispetto dell'apparenza da sempliciotta è estremamente attenta e perspicace.
Nel corso della storia Annie a volte esce di casa per fare delle commissioni e in quei frangenti è possibile percepire la tensione provata da Paul che come un bambino che teme di essere scoperto mentre compie una marachella si aggira per la casa tentando di trovare una soluzione a quella situazione surreale.
Da una parte mi viene da pensare come sarebbe evoluta la storia se Paul non avesse ucciso Misery. Annie lo avrebbe sequestrato e maltrattato allo stesso modo? Gli chiede a di riscrivere il romanzo senza uccidere Misery e paradossalmente questo è l'unico elemento positivo della faccenda tanto che Paul comincia a prenderci anche gusto. La scrittura per King è terapeutica come lui stesso ha più volte affermato e aiuta Paul a distaccarsi temporaneamente da una condizione che altrimenti lo avrebbe fatto impazzire. D'altra parte non si capisce bene dove voglia andare a parare Annie che già non gode di una buona fama in paese ma non può pensare di passarla liscia: qualcuno prima o poi verrà a cercare Paul.
Quest'ultimo si rende conto che Annie è una completa squilibrata, che ha difficoltà a distinguere la fantasia dalla vita reale e che probabilmente è disposta ad arrivare a molto più di una sonora sgridata. Ed infatti arriverà a fare molto di più ma non voglio rovinare la sorpresa a chi non ha ancora letto il libro.
Con Misery King ci fa entrare nel mondo di una psicopatica, ci rende partecipe del suo modo di vivere e di pensare e contrariamente a quanto avviene in Shining ad esempio, qui è assente qualsiasi elemento appartenente al paranormale. La storia infatti è immersa concretamente nella realtà che tuttavia viene deformata dalla fantasia di Annie, la quale è seriamente convinta che quello che sta facendo sia giusto. È Dio a guidarla e qui mi fa venire in mente il modo di ragionare che potrebbe essere quello di un terrorista.
Paul dovrà fare il doppio gioco, entrare nel mondo di Annie e combatterla sul suo stesso livello. Indubbiamente uno scenario interessante che vi consiglio di esplorare.