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Un thriller psicologico a tensione crescente.
Con questo primo romanzo, scritto all’età di 59 anni, la giornalista Fiona Barton esordisce nel 2016 nel mondo letterario, ed ottiene inaspettatamente un grande successo. “La vedova”, opera prima, è un thriller psicologico di grande impatto, articolato in una serie di capitoli che prendono il titolo dai principali personaggi del romanzo e dalla precisa data (non necessariamente in ordine cronologico, ma con frequenti flash back) nella quale si svolge l’azione. Al centro, il rapimento di Bella, una bambina di pochi anni che gioca ignara sul prato davanti alla sua casetta a schiera, mentre la mamma, piantata in asso dall’occasionale compagno, sbriga in casa le faccende domestiche. I personaggi coinvolti sono ben caratterizzati: c’è Glen, apparentemente marito esemplare ma con una seconda vita ambigua, oscura, frequentatore di internet cafè e di siti proibiti, sospettato di pedofilia, c’è sua moglie Jean (“La vedova”, appunto) amaramente frustrata e desiderosa di una maternità che le è preclusa, c’è un ispettore di polizia, Bob, bonario e cocciuto, che indaga anche quando gli sottraggono l’indagine, c’è una giornalista, Kate, esasperante e impicciona… Glen muore già all’inizio del romanzo, travolto da un autobus, e, in un crescendo di tensione emotiva, la storia prende quota tra presente e passato, con colpi di scena, scoperte sconcertanti, menzogne e confessioni rivelatrici, che nascondono atroci verità o mettono a nudo istinti e desideri primordiali. La vedova sa nascondere bene le sue verità, combattuta da sentimenti contrastanti, inseguendo sempre un suo sogno, che alla fine realizzerà ma ad un prezzo che sconvolgerà la sua vita. E Bob, l’ispettore che ha intuito da sempre la verità, le sarà vicino nel momento più emozionante e commovente del romanzo. Indubbiamente un bel thriller, che solleva il coperchio su un mondo sotterraneo e oscuro, rivelando verità atroci e impensabili.