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LINDA E LA SUA ESTREMA FRAGILITA'
La trappola è il secondo romanzo che leggo di Melanie Raabe dopo “La verità”, questa storia mi ha lasciato moltissimi dubbi e perplessità, anche se nel complesso non lo considero un brutto thriller.
Linda Conrads è la protagonista del libro, è una scrittrice di successo, ogni suo nuovo libro diventa in poco tempo un bestseller, ma la donna da ormai più di dieci anni non esce più di casa e non concede interviste.
La donna ha subito un grave trauma che non riesce a superare, lei si è isolata dal mondo e le uniche persone che la vanno a trovare sono la sua assistente Charlotte e il suo editore Nobert. Ha anche un cane di nome Bukowski che le fa un po’ di compagnia.
Linda vive rintanata nella sua casa perché nulla più è importante per lei, nulla ha più senso da quando la sorella è scomparsa e da quando lei ha visto cosa è accaduto, chi era l’uomo che l’aveva aggredita dodici anni fa.
La polizia ha indagato ma il caso di sua sorella Anna, è ormai archiviato: nessun colpevole, ma Linda sa cosa ha visto, sa cosa è successo e vuole sapere la verità.
Ad un certo punto la donna crede di aver riconosciuto l’uomo che vide quella maledetta sera, è un giornalista e così decide che è ora di scoprire cosa è accaduto e di affrontare la realtà. Scrive un libro su sua sorella e su questa notte, pensa che questo sia un ottimo modo per attirare l’uomo e finalmente conoscere la verità.
Linda non concede da anni un’intervista ma la farà solo se proprio il giornalista che crede sia l’aggressore della sorella verrà a parlare con lei del suo nuovo libro, ma non sa che questo gesto le si ritorcerà contro.
Qui mi fermo con la trama perché non vi voglio rovinare la lettura, l’idea iniziale è buona ma secondo me è stata delineata in maniera troppo ingarbugliata.
Linda è un personaggio che è molto complesso, lei stessa non sta bene, ha degli evidenti problemi da risolvere, ma prima di tutto deve capire cosa è successo alla sorella e poi riprendere in mano la propria vita.
Il lettore non capisce se Linda stia mentendo e tutta questa storia sia reale o frutto della propria fantasia, ho avuto veramente difficoltà a capire questo personaggio, perché è veramente molto strano. Mi sono chiesta anche come mai solo sulla base di un’intuizione o di una convinzione, lei decida dopo anni di scrivere un libro e di attirare in una “trappola” il sospettato colpevole.
Ma sulla base di cosa? E perché vede questa giornalista solo dopo dodici anni, come fa a ricordarsi la faccia di quell’uomo e a dire che è proprio lui?
A me sembra tutto così irreale, è passato troppo tempo per risultare credibile e quanto meno verosimile.
L’autrice ha sicuramente fatto un’analisi psicologica molto attenta e importante sul personaggio di Linda, anche se,a mio avviso, ha un po’ estremizzato il tutto e ha reso questa insicurezza di Linda un punto debole per la trama che risente del mancata realizzazione di questo personaggio. Sicuramente manca qualcosa a questa protagonista, che appare piatta fino a tre quarti del libro, dopo di colpo capisce che è il momento di agire sul serio e di capire realmente cosa è successo.
Lo sviluppo della trama non mi ha fatto impazzire, non capivo molto i tempi del romanzo, non capivo quanto tempo era passato tra un evento e l’altro e pensavo ad un finale diverso, anche se l’ultima parte del libro è la più avvincente rispetta alla prima.
L’altro libro dell’autrice mi era piaciuto un attimo in più rispetto a questo anche se credo che Melanie possa far di più, le idee sono buone ma oltre alla psicologia dei personaggi che è fondamentale per questo genere, si dovrebbe realizzare anche una trama verosimile e non sforzare troppo sulle problematicità della protagonista.
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