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Maigret ritorna
Mai dire mai. Dopo cinque anni rimette in pista (ovvero su pagina) il suo personaggio più famoso in un’indagine che più parigina non si può benché Maigret sia costretto a una soffertissima (viaggi notturni insonni, insofferenza nei confronti della luce e dei colori della Rivera) in quel di Cannes. La moglie di un facoltoso americano e il portiere di notte vengono trovati uccisi a una giornata di distanza nei sotterranei di un grande albergo.Viene indagato il responsabile della caffetteria, Prosper Donge, perché il primo giorno non ha seguito i consueti orari come conseguenza, dice lui, della foratura di una gomma della bicicletta. Il commissario non è convinto e comincia a indagare – forse sarebbe più preciso: osservare – a trecentosessanta gradi sia gli ospiti, sia il personale: scopre ben presto che si era innamorato della defunta quando entrambi lavoravano in Costa Azzurra e che, malgrado una differenza da ‘la bella e la bestia’ tra i due ci fu una relazione dalla quale nacque un bambino fatto passare per figlio dell’attuale marito. Attraverso due amiche di lei - la cocainomane Gigi e Charlotte, con la quale Prosper ha instaurato un rapporto se non di amore almeno di affetto reciproco – tra i due si è mantenuto un contatto epistolare che all’improvviso ha virato verso il ricatto: Maigret si convince che l’autore delle lettere non può essere lo stesso uomo e insiste finchè non individua l’inatteso colpevole. Il processo che porta a tale individuazione mostra alcune forzature – va bene che il protagonista è un bravo detective, però qui c’è un’illuminazione che riuscirebbe ardita per Sherlock Holmes – che portano a far calare l’interesse nell’ultimo quarto di racconto: il resto del romanzo è invece spesso affascinante, sia nelle descrizioni dalla parte dei più umili (tutto ciò che riguarda Prosper e Charlotte incluso il tribulato percorso iniziale su due ruote), sia nell’accurata resa delle atmosfere dei sotterranei del titolo, dove un esercito di indaffarate (e sfruttate) formichine si agita per garantire il lusso della clientela che si accomoda sopra le loro teste.