Dettagli Recensione
Le strane vie dell'amore
Graham Green presenta uno strano romanzo. Un killer mafioso-appena diciassettenne, Pinkie, spietato e probabilmente psicopatico deve sposare una ragazzina sedicenne, Rose, per impedirle di rendere una testimonianza (che nessuno le richiede ma che incastrerebbe Pinke). La storia e le ragioni del matrimonio non stanno in piedi. Pinkie avrebbe potuto uccidere anche Rose da subito, come sembra fare con tutti. Qualcosa nell’idea di quel matrimonio, al di là delle apparenze, una parvenza di calore umano deve attirarlo in qualche recondita maniera.
Pinkie e Rose sono i due estremi: lei rappresenta la fiducia senza limiti e l’amore senza condizioni, forse uno strumento della misericordia di Dio, Pinkie invece non riesce a fidarsi di Rose e sente un rifiuto assoluto per l’amore, il contatto fisico e la vicinanza morale con poche rarissime aperture, anche se prova in qualche modo anche lui il bisogno di essere amato. La sua esigenza è soprattutto quella di essere amato senza condizioni e di mettere alla prova la capacità e il limite dell’amore di Rose. Pretende che non abbia limite.
Pinkie dovrebbe essere un personaggio repellente, invece fa tenerezza, come Rose. Risulta più antipatica la perspicace prostituta Ida che si mette in mente di punire il colpevole e di salvare Rose.
Il romanzo discreto raggiunge punte altissime nelle ultime pagine, che da sole valgono tutto il romanzo.
La storia è il terreno virtuale di un braccio di ferro tra giustizia e misericordia che ha una profondità di sguardo insospettabile data l’apparente leggerezza della trama.
Le parole del prete che accompagnano Rose nel finale del romanzo sono eccezionali e così pure il finale. Al lettore decidere se la fede di Rose (in Pinkie) reggerà anche l’ultimo colpo.