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Acqua dolce
Nel terzo capitolo della fortunata serie che ha decretato il successo editoriale di Camilla Lackberg la vita della coppia formata dal poliziotto Patrick Hedstrom e dalla scrittrice Erica Falck viene sconvolta dalla nascita della primogenita, la piccola Maja.
A subirne le conseguenze è soprattutto Erica, le cui energie fisiche e mentali sono risucchiate dalla bambina a tal punto che la donna sembra accusare una forma di depressione post parto.
Patrick vorrebbe passare più tempo a casa per aiutare Erica e la figlia, ma un nuovo e macabro caso da risolvere gli impedisce di farlo.
La tranquillità dell’ incantevole Fjallbacka è interrotta dalla terribile scoperta di un pescatore che intento a recuperare le nasse per la pesca delle aragoste in mare aperto, trova il cadavere di una bambina di soli sette anni di nome Sara.
Il responso della scientifica aggrava la situazione : nei polmoni della bambina si segnala la presenza di acqua dolce. Ciò significa che la vittima è stata annegata altrove ed in un secondo tempo gettata in mare.
Le indagini sulla famiglia della piccola Sara portano a galla antiche ruggini, presenze rigide ed ingombranti sia all’ interno del nucleo familiare che fuori.
Anche stavolta l’ autrice conferma il proprio feeling con la tecnica del cliffhanger, seguendo una tradizione che ha fatto le fortune di numerosi autori tra i quali ricordo Jeffery Deaver.
Ed è così che ogni volta che la narrazione coincide con un colpo di scena o con un momento di rilevante tensione, la Lackberg cambia scenario; la Svezia del presente cede il passo a quella del passato, con numerosi flashback aventi ad oggetto personaggi e situazioni inerenti al caso da risolvere.
Il romanzo conferma i pregi che già si erano intravisti nella serie : il fascino dell’ ambientazione, una trama da sviluppare piuttosto densa , complessa e priva di eccessivi cali di tensione, uno stile di scrittura semplice ed immediato ma non per questo banale ed elementare, personaggi ben delineati tra i quali spiccano i poliziotti della stazione di Tanumshede diversi tra loro per fisionomie e atteggiamenti, la consueta cura riservata alle caratterizzazioni delle controparti femminili.
Ne è un’ eccezione il personaggio di Erica, che anche stavolta ha un ruolo marginale nella vicenda. La biografa energica e partecipe alle indagini del primo romanzo è un lontano ricordo. La gravidanza nel secondo libro ed una presunta depressione post parto nel terzo ne hanno ridimensionato notevolmente ruolo ed importanza all’ interno di una trama di genere giallo, con il risultato che a trarne beneficio è un Patrick sempre più presente e centrato sul lavoro da svolgere.
Infine ho trovato il finale eccessivamente frettoloso e condensato in poche pagine; piccoli difetti che non pesano più tanto sul giudizio di un thriller che a mio avviso resta comunque di buon livello ed in linea con le precedenti opere della serie.
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Commenti
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I milioni di copie vendute parlano per lei, ed io stesso ho tutti i romanzi della serie.
Eppure devo ammettere che i tre libri che ho letto fino ad ora non mi hanno convinto completamente.
Li ritengo dei buonissimi romanzi a cui manca qualcosa per raggiungere un livello superiore.
Tra gli scrittori nordici di thriller attualmente più quotati ho letto anche alcuni romanzi della serie su Harry Hole di Jo Nesbo, che reputo fino a questo momento il migliore. Molto interessante anche la serie della Sezione Q di Jussi Adler Olsen, mentre i due soli romanzi di Lars Kepler che ho letto mi hanno lasciato qualche perplessità.
In questa personale classifica di autori scandinavi, continuo a ritenere la trilogia Millennium del compianto Stieg Larsson al di fuori della portata di tutti.
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Chiara