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La banda delle recluse
Dopo l'ultimo romanzo "Tempi Glaciali", uscito nel 2015 e avente come protagonista sempre il commissario Adamsberg, Fred Vargas torna con un'altra indagine del suo personaggio più conosciuto. Le storie di Adamsberg mi danno l'idea di gialli più che di veri e propri thriller, ma questo non ne intacca la piacevolezza.
Riguardo allo stile, in questo genere la Vargas è indubbiamente a suo agio: anche se "Il morso della reclusa" non ha la tensione di un thriller, l'autrice è molto abile a gestire le varie fasi e l'evolversi dell'indagine, riuscendo sempre a tenere un buon ritmo e incitando il lettore a fare le sue supposizioni prima della soluzione finale. Oltre a lasciare spazio all'immaginazione del lettore, il romanzo non è povero di colpi di scena, che anche se non sono da mascella spalancata danno comunque qualcosa in più alla storia senza sembrare forzati. Quelle che scrive sono sempre storie piacevoli da leggere e credo che la Vargas possa essere considerata uno dei maggiori esponenti del genere, anche se finora non ho letto nulla di suo che sia veramente indimenticabile.
La storia ha inizio con il nostro commissario Adamsberg che è in vacanza in Islanda, godendosi (?) un periodo di relativa quiete. Non passano che poche pagine prima dell'arrivo di un telegramma da Parigi, che lo richiama urgentemente indietro per la risoluzione di un caso apparentemente complicato. Inutile dire che sarà una bazzeccola per il nostro commissario, che lo risolverà in quattro e quattrotto. Difatti, il caso per cui è stato richiamato alla base non sarà altro che l'inizio, completamente soppiantato dall'indagine successiva, portata all'attenzione di Adamsberg totalmente per caso e che sembrerà apparentemente insolubile.
Nelle ultime settimane, infatti, sembra che un ragno apparentemente innocuo e "timido", la Loxosceles Reclusa, stia mietendo vittime in maniera del tutto inusuale. Tre anziani, infatti, sembrano essere stati uccisi dal morso di questo animale, che in condizioni normali non uscirebbe mai dal suo nascondiglio soprattutto in presenza di un uomo, e il cui veleno non è mai letale se non in dosi abbondantissime, che le ghiandole di un solo esemplare non potrebbero mai contenere. Inizialmente, dunque, tutti pensano che le morti di queste persone siano dovute alla loro età avanzata.
Ma non per Adamsberg, ovviamente, che tormentato dai suoi pruriti e dall'impressione insopportabile che in questa storia si nasconda qualcosa di losco, avvia un'indagine ufficiosa soltanto coi membri della squadra che se la sentono di seguirlo, rendendosi conto dell'assurdità delle sue supposizioni. Questo creerà una spaccatura nella squadra, costringendo Adamsberg a gestire una delle situazioni più difficili mai affrontate.
Tuttavia, procedendo nelle indagini, troverà non pochi indizi che gridano all'omicidio. I tre anziani che sono morti si conoscevano tutti, e insieme formavano "La banda delle Recluse", perché da ragazzini si divertivano a nascondere questo tipo di ragni nei vestiti degli altri bambini, provocandogli lesioni molto gravi. Da grandi, si sono dati allo stupro. Ma i membri della banda non erano soltanto tre; inizia dunque una corsa contro il tempo per cercare di impedire la morte degli altri membri della banda che, per quanto infimi, sono pur sempre esseri umani.
"I nostri tempi, commissario? Ma quali tempi? Civilizzati? Razionali? Pacificati? I nostri tempi sono la nostra preistoria, sono il nostro Medioevo. L'uomo non è cambiato di una virgola. E soprattutto non nei suoi pensieri primari."