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Indagini a Liegi
Decimo romanzo con protagonista Maigret La ballerina del Gai Moulin è un giallo del tutto atipico, presentando un intreccio complesso, un groviglio vero e proprio e per dipanarlo il nostro commissario, nella speranza di una mossa falsa di un omicida, dovrà prima farsi rinchiudere in prigione, come presunto colpevole, poi addirittura mettere in scena un finto suicidio nel commissariato di polizia di Liegi, città in cui si svolge l’intera vicenda e che, guarda caso, è dove è nato Simenon.
Ma La ballerina del Gai Moulin, per certi aspetti, pur restando un poliziesco, ha in serbo una prima parte da autentico noir con due soggetti verso cui è indirizzata la sottile e approfondita analisi psicologica dell’autore.
Se l’atmosfera e l’ambientazione sono impeccabili, tuttavia si deve lamentare una struttura abbastanza debole, con una trama che avrebbe meritato ben maggiori attenzioni e che invece finisce con il determinare uno sviluppo traballante della vicenda, quasi che a un certo punto fosse scappata di mano a Simenon. Si arriva certo alla conclusione, a Parigi, da dove era partito Maigret,
ma è un po’ stiracchiata, così che il romanzo merita più per lo sfondo, per le caratterizzazioni, per le atmosfere, che per l’aspetto poliziesco vero e proprio. Poco male, tuttavia, perché così è possibile cogliere le altre qualità dell’autore, fermo restando che la lettura rimane nel complesso soddisfacente.