Dettagli Recensione
Un'idea esplosiva, purtroppo un po' deludente
Questa volta non è il solito Dan Brown, è un po' peggio. Ma non troppo. I personaggi-figurine che corrono come pallini su una mappa ci sono sempre, così come l'unità temporale, la corsa contro il tempo, gli enigmi da risolvere e l'esemplare femmina di turno nel ruolo di accompagnatrice di Langdon. Naturalmente anche l'effetto "Sponsorizzato-dall'Ente-del-Turismo-di" non manca (la Spagna ringrazia). Elementi ormai rassicuranti ai quali, in questa occasione a mio parere, si aggiungono diversi fattori negativi di stile. Per esempio l'irrompere continuo dell'autore nel racconto perché deve riferire un antefatto o dare informazioni di servizio; oppure il ricorso infinito ai demenziali pensieri virgolettati dei personaggi a scapito dei dialoghi. Inoltre, dopo un inizio dirompente, tutta una parte centrale che ho trovato noiosa, con l'impressione che si volesse tergiversare per non sapere dove si volesse andare a parare.
Però, come Inferno, anche Origin ha un enorme pregio, quello di veicolare al grande pubblico un tema importante controverso e di attualità. Se nel romanzo precedente era la sovrappopolazione mondiale, in questo è l'intelligenza artificiale, rappresentato qui da un personaggio virtuale davvero impressionante e che forse è il più bello finora della bibliografia di Brown.
Come ulteriore contenuto molto appassionante secondo me, il conflitto tra creazionismo ed evoluzionismo, tra religione e scienza, tra superstizione e razionalità, che sembra fare di Origin la continuazione ideale de Il codice Da Vinci.
In ultimo, ci sarà sì l'effetto "Sponsorizzato-dall'Ente-del-Turismo-di", però anche stavolta Dan Brown trasmette davvero un amore genuino per l'arte e per i luoghi che ci fa scoprire nei suoi romanzi.
#nospoiler #noinutiliriassunti
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Federica