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La Locanda degli Annegati
 
La Locanda degli Annegati 2017-12-05 12:58:00 Renzo Montagnoli
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    05 Dicembre, 2017
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Non solo annegati

A Georges Simenon non si può di certo rimproverare una scarsa creatività, visto che solo per le prose che hanno come protagonista il commissario Maigret ha scritto 75 romanzi e 28 racconti. Questi ultimi non sono delle semplici e succinte narrazioni, bensì sono piuttosto lunghi e completi, poiché sono relativi a indagini complete, tanto che, molto spesso, mi sono chiesto il motivo per cui l’autore belga non abbia ampliato maggiormente il discorso raggiungendo la dimensione del romanzo vero e proprio. Al riguardo credo che in taluni casi sia subentrata una certa dose di stanchezza, non improbabile in uno scrittore così fecondo. E’ pertanto da affrontare con i soliti criteri di lettura utilizzati per Simenon anche questa raccolta di racconti (in tutto quattro) di cui uno, la Locanda degli Annegati dà il titolo all’intera opera.
Il primo, L’innamorato della signora Maigret è quel che si può definire una spy-story, con il commissario che, quando riesce a trovare il bandolo della matassa, deve passare il caso ai servizi segreti francesi. Si fa apprezzare perché all’indagine partecipa anche la signora Maigret ed è divertente vedere come la collaborazione fra moglie e marito presenti dei risvolti se non proprio comici, almeno ironici.
Nel secondo, La vecchia signora di Bayeux, c’è l’omicidio di un’anziana signora, assai danarosa, con una sostituzione di cadavere, al fine di realizzare un delitto perfetto. E’ ovvio, però, che nulla sfugge al celebre commissario che arriverà pressoché subito alla soluzione del caso.
Il terzo, La Locanda degli Annegati, è un po’ atipico, poiché sotto la parvenza di un incidente automobilistico si cela un efferato delitto. Tutto sembra difficile, per non dire impossibile, e anche Maigret pare annaspare nel vuoto, ma poi lo soccorre la sua straordinaria intuizione e anche questo caso viene risolto.
Il quarto, Stan l’Assassino, conclude malamente una raccolta fin qui di buon livello; in effetti, sembra che in questo racconto Simenon si sia lasciato prendere la mano, esagerando con la fantasia, e presentando personaggi che sono al di fuori di ogni contesto logico.
In conclusione un libro buono per una lettura d’evasione, per essere di compagnia in un viaggio in treno o in aereo, insomma un gradevole passatempo e nulla di più.

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