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Un po' sottotono?
"La tana del verme bianco" è l'ultimo romanzo scritto dal celebre autore di "Dracula", Bram Stoker. Anch'esso un romanzo gotico, è avvolto da un'atmosfera ricca di cultura e riferimenti storici, di cui l'autore si serve per aumentare il senso di veridicità del racconto. La storia, inizialmente dinamica, è in realtà statica e scialba, narrata con una scrittura un po' stanca e ripetitiva. I personaggi vengono divisi tra il fronte del Bene e quello del Male (suddivisione presente anche in Dracula) e pur essendo ben costruiti, divengono banali e prevedibili, togliendo il senso di mistero a tutto il racconto. Difatti, oltre ad un leggero gusto macabro, non si riesce a dare né una sensazione complessiva di terrore-suspense, né un gran senso di coinvolgimento. Nota positiva sono i riferimenti a leggende e miti del luogo e un'accurata descrizione del territorio geografico circostante che conferisce unità narrativa.
In generale lo giudico come un romanzo mediocre e che non deve soddisfare grandi aspettative, ma non sgradevole da leggere.
N.B.: la versione che ho letto è ridotta di un terzo rispetto all'originale di Stoker e, per motivi a me ignoti, è stata appositamente modificata e sempre pubblicata così dal 1925. Questo forse è il motivo del fatto che sia un romanzo un po' sottotono. Per fortuna su alcuni siti è possibile avere legalmente accesso alla versione integrale (in inglese) e senza modifiche di Stoker, che spero qualcuno possa tradurre al più presto in italiano.
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