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La cattedrale di Kingsbridge (non) s'ha da fare?
1120-1174, Kingsbridge.
Nella fascinosa atmosfera dell’Inghilterra del XII secolo, un gruppo di personaggi muove le proprie fila in un mondo dove la costruzione di una cattedrale e le eterne dicotomie Chiesa-Impero e nobiltà-borghesia innescheranno abnormi intrighi e giochi di potere.
Sebbene ogni tanto si sconfini nella prolissità (e non potrebbe essere altrimenti, date le 1030 pagine), le descrizioni di ambienti e personaggi sono semplicemente perfette: l'attenzione per i dettagli sconfina quasi nel nevrotico e nel perfezionismo patologico, ma nel complesso la trama scorre in modo fluido e avvincente.
Anche allargando la visione d'insieme, l'occhio clinico dell'autore rimane chirurgico su qualsiasi particolare: segreti inconfessabili, amori delittuosi, atti di pura violenza ed estremi tentativi di corruzione non sfuggiranno nemmeno al lettore più disattento, rendendolo protagonista di un viaggio lunghissimo e mai avaro di colpi di scena.
Dal bonaccione Tom al perfido Waleran, ciascun protagonista fa storia a sé: che sia un eroe empatico e dalla natura mite o un antieroe arrivista e traboccante di fiele, sarà fantastico ammirare la loro evoluzione a mano a mano che l'intreccio romanzesco si snoderà, oscillando con fare magico tra avventure ai limiti della fantasia e nozioni della realtà storica.
Sulla quarta di copertina, lo stesso Follett afferma che si tratta del "libro di cui sono più orgoglioso": impossibile anche solo pensare di contraddirlo.
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