Dettagli Recensione
Da rivedere lo stile
David Kerthen è un ricco avvocato proprietario di una grande tenuta nella Cornovaglia e delle miniere che vi sono sotto. Dopo la morte di Nina, sua prima moglie, egli si risposa con Rachel, una donna londinese che dopo diverso tempo dentro Carnhallow House, proprietà della famiglia di David da secoli, stenta ancora a credere che tutta la casa sia ormai sua. Insieme alla coppia vive Jamie, figlio di David e Nina, un bambino silenzioso ancora segnato dalla morte della madre. Il bambino appare inizialmente normale agli occhi di Rachel, la quale si affeziona come se fosse suo figlio. Tuttavia un giorno, mentre i due si trovano da soli, il bambino prevede la morte della matrigna il giorno di Natale. Dopodiché Jamie comincia a diventare sempre più strano, affermando di sentire la voce della madre morta che lo chiama dalle profondità delle miniere in cui lei è morta due anni prima. Lentamente nella testa di Rachel si susseguono mille domande, e decide di voler scoprire tutta la verità sulla morte di Nina, se davvero è morta. Il fatto che David non voglia parlarne non la aiuta, e le fa supporre che egli abbia qualcosa da nasconderle. Natale si avvicina e Rachel sa che deve dare risposta a tutti i propri dubbi quanto prima, anche perché Carnhallow House che ancora non ha finito di scoprire nasconde più segreti di quanto lei creda.
Ho deciso di leggere questo libro per via della trama avvolgente riportata nella copertina del libro stesso. Riguardo la trama non ho nulla da contestare, è stata ben pensata e, man mano che si va avanti nel libro, diventa sempre più avvincente. L’autore è stato in grado di tenermi con il fiato sospeso per molti capitoli, fino ad arrivare alla fine in cui si scopre tutta la verità riguardante la famiglia Kerthen.
L’aspetto che mi è piaciuto decisamente meno di questo libro è stato lo stile, a tratti è riuscito a far diventare il libro pesante da leggere. La storia è narrata da Rachel, nonché la protagonista del romanzo. Tuttavia la prima persona non viene sempre rispettata, dal momento che in alcuni capitoli, quando l’attenzione viene spostata su suo marito David e sulle sue attività lavorative e non, è come se Rachel conoscesse già tutte le mosse di lui, in quanto le narra anche minuziosamente. Inoltre alcuni passaggi del racconto sembrano buttati lì tanto per scrivere qualcosa, per poi scoprire invece che si tratta di pezzi molto importanti al fine della linearità della storia narrata.
Nel libro ogni capitolo si riferisce ad un giorno preciso dell’anno, e in ciascuno viene raccontato un pezzo saliente di storia. Tuttavia per evitare di rendere il capitolo troppo scarno è stata adottata una tecnica che non ho apprezzato per niente: quella di “allungare il brodo” dilungandosi molto nelle descrizioni di paesaggi, stati d’animo, storie e quant’altro, con il rischio di indurre il lettore a tornare indietro di molte righe per capire in quale punto si è fermata la storia, e riuscire a trovare un nesso con quanto scritto successivamente. Immancabilmente, ho potuto notare che verso la fine del capitolo la storia si fa maggiormente avvincente ed è in grado di lasciare il lettore con il fiato sospeso fino al capitolo successivo.
Non so se è un libro che consiglierei, dipende dalla voglia che ha il lettore di stare dietro alla storia, la quale non è particolarmente difficile da comprendere, per quanto articolata. Il problema potrebbe sorgere per via delle troppe descrizioni inserite che fanno perdere il cosiddetto filo del discorso. Lo scrittore in fin dei conti le idee per questo romanzo le ha avute, e ne è scaturito un libro che, dal punto di vista della trama, è inattaccabile. Però, come spiegato, dal punto di vista dello stile è da riconsiderare, perché ritengo che ai lettori non piaccia addentrarsi troppo nelle descrizioni, ma leggere qualcosa che racconti la storia in modo fluido.
Non ho avuto modo di leggere il suo precedente romanzo, e sinceramente non so se lo farò per via dello stile che temo possa essere simile a quello utilizzato per questo libro. Non posso dire di essere rimasto deluso dal racconto, tuttavia credo sia stato un peccato per l’autore che pur avendomi colpito con la trama non è riuscito a fare lo stesso con il modo in cui l’ha raccontata. Confido nelle sue capacità per un eventuale prossimo romanzo, con necessario cambio di stile.