Dettagli Recensione
Un caso editoriale
“Un caso editoriale. Un libro che vi terrà svegli fino all’alba” (Ystads Allehanda)
Così si legge in copertina. Pensavo fossero le solite frasi ad effetto per vendere più copie, invece ho dovuto ricredermi: queste pagine mi hanno tenuta sveglia per davvero fino all’alba!
Peccato aver aspettato così a lungo prima di leggere “Uomini che odiano le donne” di Stieg Larsson, romanzo che, in verità, mi aveva molto incuriosita fin dal titolo già diversi anni fa, quando si faceva un gran parlare della trilogia “Millennium”. Un poliziesco (o thriller?) eccezionale, geniale, visceralmente emozionante, uno di quelli capaci di conquistare, come nel mio caso, anche i non appassionati del genere in questione!
Nonostante l’impressionante mole dell’opera, la narrazione è scorrevole, mai pesante, complici anzitutto una trama che, superata la prima cinquantina di pagine, prende a intricarsi in modo spettacolare e, perché no, persino l’ambientazione svedese di notevole fascino. A momenti, la lettura è stata talmente intensa e appassionante da avere come l’impressione di essermi trasferita tra Stoccolma e la freddissima Hedestad; per non parlare del coinvolgimento emotivo nelle indagini, e nella vita privata, di Mikael Blomkvist e Lisbeth Salander, la coppia bizzarramente assortita che si ritrova all’improvviso a scavare nel torbido di una ricchissima famiglia di industriali, sulle possibili tracce che, a distanza di più di trent’anni, possano condurre a spiegare, una volta per tutte, la scomparsa di una sedicenne, insoluto mistero dietro a cui si cela un mondo d’inimmaginabile violenza contro le donne. Si ricomporrà così un enorme puzzle, tassello per tassello, mentre nessuno sarà veramente al di sopra di ogni sospetto. Il colpo di scena conclusivo della faccenda sarà poi qualcosa di a dir poco sorprendente e insuperabile.
Tra i libri più venduti al mondo negli anni scorsi, questo romanzo getta una luce inquietante sulla ordinata e civile società svedese, dove – come si può facilmente scoprire facendo un breve giro in rete – esiste un’altissima percentuale di casi di violenza fisica e sessuale ai danni delle donne, sebbene in Svezia, così come nei paesi scandinavi in generale, l’emancipazione femminile sia tra le meglio riuscite al mondo. Per la serie, non è tutto oro quel che luccica, purtroppo.
Si dia un’occhiata a questo articolo: http://www.corriere.it/esteri/17_gennaio_24/svezia-arrestati-3-uomini-stupro-violenza-diretta-facebook-0e738520-e20e-11e6-90f6-27595f8990ae.shtml
Tornando al libro, dopo oltre seicento intensissime pagine, mi sono talmente affezionata ai due protagonisti da iniziare a pensare che ne sentirò la mancanza e, pertanto, non escludo di proseguire in futuro con gli altri due volumi, non meno corposi del primo, della trilogia. Non nascondo che, alla fine, mi sarebbe piaciuto che le cose tra Lisbeth e Mikael andassero tra loro in maniera diversa… Nel mondo nordico avranno pure una diversa concezione delle relazioni sentimentali ed erotiche, ma io, pazienza, resto inguaribilmente mediterranea…
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Commenti
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Penso solo che sia stata tristissima la scena finale in cui Lisbeth, che andava a cercare Mikael per dargli un regalo, lo ha visto uscire in atteggiamento inequivocabile con la sua amante storica...
"Di colpo capì che l’amore è quell’attimo in cui il cuore vorrebbe scoppiare."
Però forse abbiamo una concezione diversa di relazione 'mediterranea.. tu esattamente cosa intendi?
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