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Quelli che meritano di essere uccisi
 
Quelli che meritano di essere uccisi 2017-10-04 15:22:18 Vincenzo1972
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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    04 Ottobre, 2017
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Bevo gin. Pianifico omicidi.

Quanti hanno mai pensato di uccidere qualcuno? Magari motivati da una violenza subìta o da un torto intollerabile, potrebbe capitare a molti di desiderare o anche solo immaginare una vendetta definitiva, assoluta, spinti spesso dalla convinzione che sia l'unica possibile forma di giustizia verso chi altrimenti rimarrebbe certamente impunito.
Certo, come diceva qualcuno, tra il dire ed il fare c'è sempre il mare, e per fortuna direi.. altrimenti avremmo probabilmente risolto il problema della sovrappopolazione mondiale.
In alcuni casi, però, il confine tra l'idea e l'azione diventa molto labile, il mare che li separa si assottiglia sino a diventare ruscello tanto che qualcuno agevolmente riesce a passare da una sponda all'altra.
Lily ha 30 anni, lavora a Winslow nel Maine come bibliotecaria presso il college universitario, poco appariscente ma di una bellezza raffinata che traspare nei dettagli, pelle candidamente rosea, sguardo magnetico amplificato da occhi di un verde cristallino in aperto contrasto col rosso dei lunghi capelli.
Non passa inosservata a Ted, affascinante uomo d'affari, ricco, molto ricco, grazie ad una serie di fortunate scelte nel florido settore delle startup web.
La sintonia è quasi immediata, basta il pretesto di un drink durante l'attesa del volo che li avrebbe riportati a Boston e subito scatta la scintilla tra i due, sguardi complici che si ricercano senza troppe remore in un'aura di crescente intimità.
Ted inizialmente nutre qualche sospetto sulla casualità di quell'incontro, dubbi che si dissolvono in pochi secondi grazie alla scaltrezza di Lily e qualche gin tonic di troppo. Tra l'altro, Ted ha un disperato bisogno di sfogarsi, ha appena scoperto che sua moglie Miranda lo tradisce con Brad, l'architetto che segue i lavori nel cantiere della loro nuova villa a Kennewick Beach.
Ne ha avuto certezza una sera in cui senza preavviso si è recato alla villa fingendosi in viaggio per affari. E li ha visti, li ha spiati mentre lui prendeva Miranda da dietro dopo averla spinta su un tavolino, con tale veemenza da lasciar presupporre che non fosse la prima volta che lo facessero: chissà da quanto tempo Miranda lo tradiva con quell'uomo a sua insaputa, anzi senza lasciar trapelare il minimo segno di insoddisfazione nei suoi confronti.
Ed è questo che lo infastidisce maggiormente: non solo la rabbia per il tradimento subito quanto soprattutto la falsità della moglie che imperterrita e senza il minimo disagio continua a fingere amore nei suoi riguardi.
"La studiai in viso alla ricerca di una traccia di ipocrisia, ma invano. I suoi occhi castani brillavano di quella che pareva autentica gioia. Tanto che per un momento provai il calore di chi si sente amato. Ma un istante dopo il calore passò, e fui costretto ad ammirare per l'ennesima volta il talento da attrice di mia moglie. La sua natura bifronte."
Lily lo ascolta, con attenzione, registrando ogni minimo dettaglio di quella conversazione: non è invadente, ma sa come circuire un uomo, sa come guidare i pensieri di Ted nella sua direzione, verso il suo vero obiettivo.
'Miranda dovrebbe morire': è la frase con cui Ted termina il racconto della sua storia, pronunciata quasi senza pensarci, inevitabile sfogo del suo desiderio di vendetta.
Forse Ted si aspettava un minimo di disappunto da parte di Lily, un tentativo di distorglierlo da pensieri così spropositati; si troverà invece quasi disorientato nel momento in cui Lily gli darà ragione e gli offrirà il suo aiuto per uccidere la moglie.
Perchè persone così meritano di essere uccise:
"Onestamente, non credo che l'omicidio sia così brutto come lo dipingono. Tutti dobbiamo morire. Cosa cambia se un paio di mele marce cadono dal ramo un pò prima di quanto Dio avesse previsto? E tua moglie ha proprio l'aria di una che meriterebbe di essere ammazzata".

Il romanzo di Peter Swanson non brilla certo per originalità: tipica trama dalle tinte noir in stile americano, immancabili femmes fatales dall'irresistibile potere ammaliante, ciniche ed ambiziose da una parte, vendicative e giustiziere dall'altra; uomini soggiogabili come marionette, siano essi ricchi o desiderosi di un riscatto sociale; inganni, doppio gioco, complotti e colpi di scena, tutti ingredienti che Swanson riesce ad amalgamare nelle giuste dosi sfornando un romanzo dal sapore già noto ma comunque godibile.
Il punto di forza è nel ritmo incalzante che cresce progressivamente catalizzando la curiosità del lettore che difficilmente potrà resistere alla tentazione di arrivare quanto prima all'ultima pagina, seppur solo per avere conferma che l'epilogo sia quello facilmente deducibile man mano che si delinea la reale personalità dei due personaggi femminili, Lily e Miranda, che - inutile dirlo - sono le protagoniste indiscusse del romanzo.
Inevitabile, tra l'altro, perché è risaputo che la vendetta è donna.

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Commenti

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Coinvolgente e precisa recensione, Vincenzo, come sempre! :)
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Vincenzo1972
05 Ottobre, 2017
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Hai dubbi in merito all'ultima frase?
In risposta ad un precedente commento
Laura V.
05 Ottobre, 2017
Ultimo aggiornamento:
05 Ottobre, 2017
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Infatti, mi riferivo all'ultima frase... Non lo so se sia la suprema verità, potremmo, uomini e donne, spartirci equamente la vendetta al 50%, no?
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Vincenzo1972
05 Ottobre, 2017
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mmm... guarda solo perchè non è giusto fare di tutta l'erba un fascio, direi 90% donne e 10% uomini...
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Laura V.
05 Ottobre, 2017
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Esageratoooo! Misoginia pura!!!
Attento che ci potremmo vendicare... ;)
In risposta ad un precedente commento
Vincenzo1972
06 Ottobre, 2017
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Misoginia? Nooo... piuttosto ginofobia...
6 risultati - visualizzati 1 - 6

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