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In attesa dell’ultimo tramonto
Un vecchio politico, che è stato più volte Presidente del Consiglio della Repubblica francese e che per la sua abilità ed esperienza è considerato un mostro sacro, vive l’ultimo periodo della sua vita nella sua villa in Normandia, attorniato da un’infermiera, da una segretaria, da un’autista e dal personale di servizio. E’ un uomo fondamentalmente solo che è rinchiuso nell’armatura del suo potere che, adesso che sembra fuori dei giochi, risiede in certe notizie compromettenti per altre personalità che abilmente nasconde fra i libri della sua biblioteca e che qualcuno, o anche di più qualcuno, sta cercando. Inoltre è intento a scrivere memorie non ufficiali (quelle ufficiali sono già state date alle stampe da tempo) della sua vita e della sua attività di politico e vi è il fondato motivo di ritenere che potrebbero dare luogo a rivelazioni del tutto inattese e sorprendenti. Quest’uomo, che si può dire abbia fatto la storia, è ormai un monumento, un simbolo vivente della repubblica francese e come tale, almeno fino a quando è in vita, deve avere le attenzioni che si merita. L’analisi psicologica di Simenon, sempre molto attenta, in questo caso è superlativa, perché la figura di questo vecchio malato, che ha la tentazione di mandare a monte l’incarico presidenziale ricevuto da un suo ex collaboratore, riflette infallibilmente certe cariatidi politiche anche di nostra conoscenza, permeate da quell’illusione che a loro il potere non verrà mai meno, combattute fra il desiderio di pesare ancora sui destini di un paese e i malanni dell’età che vanno progressivamente accentuandosi. Ma l’attenzione per l’introspezione spinta non riguarda solo il protagonista, ma tutti i personaggi che gli ruotano intorno, compreso anche quelli che non ci è dato di vedere, ma che veniamo a conoscere in base alla descrizione del soggetto principale, di quest’uomo che, nella valutazione dei pro e contro della sua vita, nella convinzione che prende sempre più piede secondo la quale è stato non un soggetto, ma un oggetto della storia, si trova di fronte a una decisione suprema. Da essere intelligente quale è comprenderà di aver ormai fatto il suo tempo e che ora ciò che conta prima di quel gran salto nel buio è di estraniarsi dalle lotte di un mondo di cui non è più parte e di attendere serenamente l’ultimo tramonto
Il Presidente, oltre a essere un capolavoro, è uno dei più bei romanzi di Simenon.
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Considero questo libro fra i più belli dell'autore, in assoluto.
La profonda analisi psicologica, direi esistenziale, del protagonista e la pacata rappresentazione delle scene col solitario paesaggio che le circonda fanno di questo breve testo un piccolo classico capace di non sfigurare affatto accanto ai grandi libri della Letteratura.